Assenti Putin e Xi Jinping. Da UE un miliardo in aiuti

Oggi è stato il giorno del G20 straordinario sull’Afghanistan, un’iniziativa fortemente voluta dal premier italiano, Mario Draghi (la riunione, durata quasi tre ore, è avvenuta in videoconferenza). Tante le questioni sul tavolo, dagli aiuti umanitari (già sbloccati nelle scorse ore dagli Stati Uniti) alla gestione dei flussi migratori, passando per la lotta alla minaccia terroristica e per il rispetto dei diritti umani. A pesare, comunque, l’assenza di Xi Jinping (al suo posto il ministro degli Esteri cinese Wang Yi) e quella del presidente russo, Vladimir Putin (non ha preso parte al vertice nemmeno il ministro degli Esteri, Serghei Lavrov, come ha riferito il Cremlino, citato dalla Tass, sottolineando di aver avvertito gli organizzatori in anticipo). Tutto ciò avviene mentre si rileva che gli Stati Uniti guardano sempre più con sospetto le posizioni di Cina e Russia sull’Afghanistan. Quanto ai flussi migratori, il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha rimarcato che «la migrazione è un problema globale», per questo «stabilità e sicurezza» devono essere ristabilite in Afghanistan, esprimendo inoltre la volontà di «dare ai talebani la direzione affinché formino un governo inclusivo». I talebani, nel frattempo, da Doha per gli incontri di questi giorni con le delegazioni internazionali, attraverso il ministro degli Esteri Amir Khan Muttaqi, hanno ribadito la volontà dell’Afghanistan di voler instaurare «relazioni positive con il mondo intero» e che si aspettano che gli altri paesi non interferiscano con i loro affari interni come «noi non vogliamo interferire con gli affari interni di alcun paese», ma soprattutto di non pretendere «tutte le riforme in due mesi». Intanto, dopo gli Stati Uniti, anche la Commissione europea ha annunciato la disponibilità di un miliardo di euro in aiuti alla popolazione afghana. «Dobbiamo fare tutto il possibile per evitare un grave collasso umanitario e socio-economico», ha sottolineato la presidente Ursula von der Leyen.