L’indagine di Confcommercio. Preoccupano l’aumento delle tasse e l’inflazione

Secondo un’indagine realizzata dall’Ufficio studi della Confcommercio in collaborazione con Metrica Ricerche sia per le famiglie che per le imprese le preoccupazioni più grandi sono rappresentate dall’aumento delle tasse, dall’inflazione e dalla perdita di posti di lavoro, superando quelle legate alle incognite politiche e sanitarie. In linea di massima, comunque, le imprese risultano essere più ottimiste rispetto alle famiglie, con una quota del 42,7% contro il 24,3%, e nel breve termine si aspettano un miglioramento della propria attività. Più nel dettaglio sei imprese su dieci si aspettano un lento ma costante miglioramento, mentre tre aziende su dici prevedono una situazione di sostanziale stabilità. L’ottimismo diffuso emerge anche dalla propensione all’investimento, con il 33,8% delle imprese intenzionate ad aumentare le proprie dotazioni innovative, anche nell’ambito della sostenibilità. Per quanto riguarda invece le famiglie, l’indagine rileva che il grado di fiducia nella ripresa economica è nel 46,7% incerto e nel 24,3% molto o abbastanza alto, mentre per ben il 9% degli intervistati è molto o abbastanza basso. «Il minore ottimismo rispetto alle imprese sulla ripresa economica – spiega la Confcommercio – risente maggiormente dei giudizi sulla situazione personale». L’80% del campione prevede infatti redditi stabili o in calo, mentre il 68,5% pensa la stessa per i risparmi. Solo un quinto delle famiglie prevede un aumento del reddito e solo una famiglia su tre si aspetta una crescita dei risparmi.