Aiuti da Washington, ma no a riconoscimento governo

Le prime prove di dialogo tra Stati Uniti e talebani portano in dote un magro successo per quest’ultimi, sebbene restino le distanze siderali tra le parti. Nei colloqui di Doha di ieri, infatti, mentre Washington ha avanzato richieste – in parte soddisfatte – in termini di sicurezza e terrorismo, i talebani hanno chiesto di sbloccare in tempi rapidi gli aiuti internazionali. Del resto, da quando hanno ripreso il potere, l’Afghanistan si ritrova ad affrontare una delle crisi più dure da 40 anni a questa parte. In questo senso gli Stati Uniti daranno il loro contributo, pur tuttavia negando un riconoscimento formale del nuovo governo degli studenti coranici. Tanto è bastato per far giudicare positivamente l’esito dei colloqui ai rappresentanti dei talebani. Quanto al tema sicurezza e terrorismo, il ministro degli Esteri ad interim del governo talebano – ha riferito il portavoce politico dei talebani, Suhail Shaheen, citato da alcuni media statunitensi – ha assicurato agli americani l’impegno a impedire che il territorio afghano sia usato dagli estremisti per lanciare attacchi contro altri paesi. Questo, però, non si tradurrà in una cooperazione. Anzi, i talebani ritengono di poter gestire la minaccia dell’Isis autonomamente, stigmatizzando il ricorso degli Stati Uniti ai droni nello spazio aereo afghano. Quanto ai diritti delle donne e delle minoranze, la priorità ribadita dai talebani anche in una recente intervista ad Al Jazeera è stabilizzare il paese dopo i tanti anni di guerra, motivo per cui questioni ritenute fondamentali dalla comunità internazionale verranno affrontate «gradualmente».