di Francesco Paolo Capone, Segretario Generale Ugl

Ultimamente, i maligni direbbero a ridosso delle amministrative, contro la destra italiana si è scatenato un vero e proprio fuoco di fila mediatico. Dai guai, personali, dell’ex social media manager del carroccio, Morisi, sbandierati in prima pagina, alle registrazioni delle conversazioni, discutibili, ma tutte da verificare quanto a fatti concreti, fra alcuni esponenti della destra milanese operate dai giornalisti di Fanpage nella solita veste di “agenti provocatori”, fino, addirittura, e forse questo è il caso più incredibile ed eclatante, alle insinuazioni della Gruber contro il candidato nella corsa per il Campidoglio Michetti, a pochi giorni dal ballottaggio per la poltrona di sindaco di Roma. Un vero e proprio attacco gratuito contro Michetti, additato dalla giornalista de La7 come appartenente al “mondo neofascista” nonostante un passato chiaramente centrista, tanto che l’interessato starebbe sporgendo querela. Tutto ciò mentre ad un uomo di punta della sinistra come l’ex sindaco di Riace Mimmo Lucano, veniva inflitta dalla magistratura – quella solitamente mai messa in discussione nella gran parte del mondo progressista – una condanna in primo grado piuttosto pesante, 13 anni, con anche una sanzione di centinaia di migliaia di euro, per reati non certo da poco contro la pubblica amministrazione come peculato, falso in atto pubblico, truffa aggravata per erogazioni pubbliche e associazione per delinquere. Una vicenda narrata dalla gran parte dei media, e questo lascia francamente perplessi, con un atteggiamento giustificatorio verso Lucano, che avrebbe sì infranto la legge, ma per “ragioni condivisibili”. Insomma, un modo un po’ distorto di interpretare l’obiettività che sarebbe richiesta al mondo della stampa, che, al di là delle pur inevitabili opinioni personali, dovrebbe comunque essere in grado di distinguere fra fatti e illazioni, accuse e sentenze, questioni private e doveri pubblici. Lo sappiamo, non si tratta di niente di nuovo, situazioni del genere sono sempre accadute, i media da tempo si dimostrano politicamente schierati, la grandissima parte a sinistra, e troppo condizionati dalle proprie idee. Solo che stavolta questo gioco al massacro contro la destra si colloca in un periodo particolarmente complesso nella storia del Paese. Le difficoltà – nella gestione della crisi sanitaria, economica e sociale – sono molte e note, la sfida per il ritorno alla normalità particolarmente complessa. L’avere un governo di unità nazionale in un periodo nel quale sono state prese decisioni di portata dirompente ha garantito il mantenimento della coesione sociale, bisognerebbe considerare questo elemento, fra gli altri, nel decidere se fare corretta e imparziale informazione o invece insistere con un fuoco di fila contro i politici “sgraditi” in un gioco al massacro che potrebbe danneggiare il Paese.