di Francesco Paolo Capone, Segretario Generale Ugl

Diritti e tutele da tradurre in realtà, non solo nei Paesi in via di sviluppo, ma anche in Occidente e in Italia

Oggi, 7 ottobre, è la giornata mondiale del lavoro dignitoso. Una ricorrenza introdotta dall’Organizzazione Internazionale del Lavoro, Ilo, l’Agenzia delle Nazioni Unite che si occupa delle tematiche relative al mondo del lavoro. La definizione internazionale di “lavoro dignitoso” sintetizza le caratteristiche che dovrebbe avere ogni forma di occupazione: salute e sicurezza, equa retribuzione, orari adeguati, diritto al riposo, protezione sociale e previdenziale, norme a tutela del lavoratore stesso in caso di malattia o maternità e così via. Dei contorni normativi e contrattuali a salvaguardia, appunto, della dignità e del benessere di tutti i lavoratori. Sappiamo bene che nel mondo, non solo negli Stati in via di sviluppo o nelle società meno democratiche e attente ai diritti delle persone, ma anche nei Paesi Occidentali e nella nostra Italia il lavoro non è ancora dignitoso per tutti. Precarietà, sotto occupazione, disparità di genere, morti bianche: anche da noi c’è ancora molto da fare per assicurare a tutti condizioni di lavoro eque e dignitose. Sul fronte delle condizioni di lavoro come su quello dei redditi, tema, quest’ultimo di cui, giustamente, molto si parla in questi giorni. Sul lato dei diritti: orari, straordinari, riposo, congedi, lavoro notturno, reperibilità, ma anche conciliazione e partecipazione, diritto di associazione e divieto di discriminazione, con un occhio alla riforma previdenziale, per consentire di ritirarsi dal lavoro ad un’età ragionevole. Senza dimenticare la battaglia principale, quella per la salute e sicurezza nei luoghi di lavoro e contro le morti bianche. E poi ci sono gli effetti sul mondo del lavoro, ancora non del tutto compiuti e nemmeno adeguatamente regolamentati in termini di tutele per i lavoratori, determinati dalla trasformazione dei processi produttivi nata a seguito della robotizzazione e della diffusione delle nuove tecnologie dell’informazione e comunicazione. Dall’e-commerce, con tutte le nuove tipologie lavorative nate in seguito allo sviluppo di questo settore, allo smart working esploso con la pandemia, per citare i casi più noti. Sono tante le sfide che il sindacato deve affrontare, in un periodo così complesso, con in aggiunta le problematiche relative alla tutela della salute nei luoghi di lavoro durante questa emergenza sanitaria, per affermare e difendere il lavoro dignitoso in Italia. Una definizione che in un Paese sviluppato come il nostro dovrebbe essere una base di partenza ed invece per molti è ancora una meta da raggiungere.

Pnrr e opportunità

L’Italia è avviata verso un’ulteriore fase di trasformazione del sistema produttivo, che sarà determinata dalla transizione energetica e digitale, nell’ambito del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Un futuro, se ben amministrato, ricco di prospettive di sviluppo, ma anche pieno di interrogativi, sia a livello produttivo che occupazionale. Una sfida certamente da cogliere perché foriera di opportunità, ma anche da affrontare con lungimiranza e coraggio per tracciare una nuova frontiera di tutele e diritti.