Migranti, Frontex: dall’inizio dell’anno, aumentati dell’87% gli arrivi da Libia e Tunisia

L’allarme non sembra scattare, eppure il fenomeno migrazioni si sta aggravando. Una realtà che è stata descritta da Fabrice Leggeri, direttore esecutivo di Frontex, audito oggi dal Comitato parlamentare Schengen: «Nel Mediterraneo centrale, che interessa particolarmente l’Italia, vediamo un aumento dell’87% degli arrivi dall’inizio dell’anno». Gli arrivi «sono raddoppiati, dalla Libia verso l’Italia o dalla Tunisia verso l’Italia». In particolare, «circa 48mila ingressi irregolari e sono arrivati tutti in Italia». C’è anche la migrazione dai Balcani «che continua ad essere molto attiva e sta aumentando»; la rotta «può interessare il Nord Italia, e anche lì i flussi stanno raddoppiando». Da qui sono arrivate «oltre 35mila persone sono arrivate irregolarmente nell’Ue». A partire dall’estate 2020 e ancora di più dal 2021, si è assistito ad «un nuovo aumento dei flussi migratori clandestini» e così «sono 134mila gli stranieri entrati clandestinamente nell’Ue dal 2021», un aumento del «68% rispetto al 2020». E i rimpatri? Dall’inizio dell’anno sono stati soltanto 1500. Non solo, dopo la caduta di Kabul, occorre stare molto attenti «ai milioni di afghani che già sono usciti dal loro Paese e che potrebbero essere tentati di venire in Ue». Insieme a un altro rischio, «quello del terrorismo» anche se oggi «statisticamente molto debole». «Ma il semplice fatto che esista, – ha ammesso Leggeri – è molto grave». Il Corpo permanente europeo di guardie di frontiera e costiere oggi schiera circa 2mila guardie in vari punti, per la maggior parte in Grecia, Italia «con un contributo molto importante», Spagna e poi nei Balcani, grazie a degli accordi. Ma non bastano. Infatti, «l’obiettivo del legislatore europeo è di avere un Corpo di 20mila unità fra sei anni. Un lavoro enorme». Basti pensare che a partire dal 2022 è stata lanciata l’assunzione di sole 300 persone. C’è poi da considerare che l’Agenzia Ue per l’asilo da adesso «sarà in grado di fornire l’assistenza tecnica e operativa di cui hanno bisogno gli Stati membri per gestire meglio l’immigrazione e rispondere alle sfide complesse dell’asilo», ha detto Stella Kyriakides, commissario per la Salute. Ma «l’Ue intende utilizzarlo per scrutinare più da vicino l’attività degli stati membri, senza un impegno su forme di vera solidarietà da parte di tutti i paesi», ha fatto notare l’europarlamentare della Lega Annalisa Tardino. Cosa manca infine a questo allarmante quadro? Lo ha sottolineato sempre Tardino: «A un anno dalla presentazione del pacchetto su migrazione e asilo, come previsto, dall’Ue nessun passo decisivo, ma solo parole vuote, che confermano lo stallo sul tema immigrazione».