Alta tensione Pechino-Taipei. Xi mira al controllo dell’isola

La situazione appare tutt’altro che serena e Taiwan si prepara al peggio. Anche se la minaccia potrebbe non essere imminente. Anzi, secondo il ministro della Difesa dell’isola, Chiu Kuo-cheng, la Cina sarà in grado di organizzare un’invasione su vasta scala di Taiwan entro il 2025. «Entro il 2025, la Cina ridurrà i costi e gli attriti ai minimi. Ha già la capacità ora, ma non inizierà facilmente una guerra, dovendo prendere in considerazione molte altre cose», ha detto Kuo-cheng al China Times. Del resto, Pechino non fa mistero di ritenere Taipei parte del suo territorio, per cui sarebbe disposta a ricorrere anche alla forza, se necessario, pur di ottenere l’obiettivo della riunificazione. E le prove muscolari degli ultimi giorni della Cina – l’aviazione dell’Esercito popolare di liberazione ha fatto volare 156 aerei da combattimento all’interno della Zona di difesa e identificazione aerea intorno all’isola – ne sono una prova tangibile. Il presidente americano Joe Biden ha ricordato di aver parlato di Taiwan con il leader cinese Xi Jinping nel colloquio telefonico di inizio settembre, ribadendo «il rispetto dell’accordo di Taiwan», vale a dire la politica che riconosce l’unità territoriale nonostante la presenza di due governi distinti a Pechino e a Taipei. Tutto ciò mentre la questione è anche sul tavolo del vertice a Zurigo tra il consigliere per la sicurezza Usa, Jake Sullivan, e il funzionario più alto in grado della diplomazia cinese, Yang Jiechi. Ma le pressioni cinesi restano alte e già ieri, la presidente dell’isola, Tsai Ing-wen, era intervenuta su Foreign Affairs per rimarcare come un’eventuale caduta di Taiwan per mano della Cina avrebbe «conseguenze catastrofiche per la pace regionale e il sistema di alleanze democratiche».