A denunciarlo è l’ultimo rapporto dell’Unicef

Oltre un adolescente su sette convive con un disturbo mentale diagnosticato. E la pandemia potrebbe peggiorare la situazione. A denunciarlo è l’Unicef, il Fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia, ricordando che si tratta di una piaga sociale con a volte conseguenze drammatiche: ogni anno, 46mila adolescenti – in pratica: oltre uno ogni undici minuti – sono spinti al suicidio, che rappresenta una delle prime cinque cause di morte – in Europa, la seconda con quattro casi su 100.000: solo gli incidenti stradali causano più vittime – tra gli adolescenti tra i 15 e i 19 anni. I dati sono contenuti nel rapporto “La Condizione dell’infanzia nel mondo – Nella mia mente: promuovere, tutelare e sostenere la salute mentale dei bambini e dei giovani”, diffuso oggi. L’elenco dei disturbi mentali diagnosticati è piuttosto lungo e comprende ADHD, ansia, autismo, disturbo bipolare, disturbo della condotta, depressione, disturbi alimentari e schizofrenia. Oltre al costo umano, i disturbi mentali comportano anche dei costi economici notevoli alle società: un’analisi della London School of Economics stima un costo complessivo che si avvicina ai 390 miliardi di dollari l’anno. Eppure «i governi stanno investendo troppo poco per affrontare questi bisogni fondamentali», ha denunciato il direttore generale dell’Unicef, Henrietta Fore. A livello mondiale, soltanto il 2% circa dei fondi stanziati dai governi per la salute viene destinato agli interventi per la salute mentale. «Troppo poco rispetto alle necessità», commenta l’Unicef.