I dati Istat, frenano il potere d’acquisto e la propensione al risparmio

Nel corso del secondo trimestre del 2021 l’Istituto nazionale di statistica ha registrato un aumento della spesa per consumi finali delle famiglie italiane del 5,4%, comportando una frenata della propensione al risparmio al 12,9%, con un calo del 4,1% rispetto al trimestre precedente, non sufficiente comunque a riportarla ai livelli pre crisi pandemica. L’Istat ha anche rilevato un aumento del reddito disponibile delle famiglie, di mezzo punto percentuale, ma la dinamica dei prezzi – aumentati dello 0,4% rispetto al primo trimestre, ha portato ad una frenata della crescita del potere d’acquisto, salito di appena un decimo di punto su base trimestrale. Per quanto riguarda invece nazionali delle amministrazioni pubbliche, l’stat segnala una riduzione dell’incidenza del deficit sul PIL che, grazie ad una consistente riduzione delle uscite, compensato solo in parte da un calo delle entrate, si è portato al -3,6%, a fronte del -8,7% di un anno fa. Peggiora invece il saldo corrente della Amministrazioni pubbliche, passando dal -8% del secondo trimestre del 2020 al -10% dello stesso periodo du quest’anno. Dal paragrafo relativo alle imprese emerge che la quota di profitto delle società non finanziarie, pari al 42,2%, è diminuita di 0,4 punti percentuali rispetto al trimestre precedente, mentre il tasso di investimento si è attestato al 22,2%, rimanendo sostanzialmente stabile rispetto ai primi tre mesi dell’anno.