Bloccato un giro di affari vicino al miliardo

«Scusate per l’interruzione, sappiamo quante persone fanno affidamento sui nostri servizi per restare connesse». Firmato Mark Zuckerberg. Ma già prima, su Twitter, a scusarsi era stato il Chief Technology Officer di Facebook, Mike Schroepfer: «Sincere scuse a tutti coloro che sono stati colpiti dalle interruzioni dei servizi». Il down totale che lunedì ha investito per quasi sette ore i server di WhatsApp, Instagram e Facebook ha reso inaccessibili le piattaforme agli utenti in tutto il mondo (in totale 3,5 miliardi di persone usano i suoi servizi) – il collasso è avvenuto quando da noi erano circa le 17.30 –, provocando disagi e ingenti perdite in termini economici. Si stima, infatti, che siano andati in fumo oltre 220 mila dollari ogni minuto di inaccessibilità (a causa dell’inevitabile blocco delle inserzioni), una perdita di capitalizzazione di 47 miliardi, di cui sei per Zuckerberg. Tutto questo per un danno complessivo all’economia prossimo al miliardo di euro, considerando il volume di affari generato da numerose imprese nel mondo attraverso le piattaforme. In principio si era temuta una qualche operazione di sabotaggio, se non un vero e proprio attacco hacker, per via delle precedenti dichiarazioni di un’ex dipendente, la computer scientist Frances Haugen, che alla CBS aveva denunciato alcune pratiche controverse della società di Menlo Park, come ad esempio avere compiuto scelte che potessero avvantaggiare Facebook più che i suoi milioni di iscritti. Alla fine si è però capito che il blackout è stato dovuto a un errore interno all’azienda, ripristinato soltanto dopo diverse ore di lavoro.