Avanza l’automazione: alla iniziale crescita particolarmente rapida, è seguito un periodo di incrementi contenuti. Le installazioni cinesi valgono il 38% del mercato mondiale, tre volte superiore al Giappone

Nell’articolo di Luigi dell’Olio apparso a luglio 2021 su La Repubblica viene citato un interessante studio di Morgan Stanley Research intitolato “Future of Automation: Automation for the People / Rebooted”. Nel report si descrive da una parte l’avanzata dell’automazione nelle fabbriche, dall’altra la crescente domanda di veicoli elettrici, che sono caratterizzati da elevati contenuti tecnologici. Sono questi i due fattori che “promettono di sostenere ancora a lungo il mercato dei robot, anche se nei prossimi anni si assisterà a un rallentamento rispetto al ritmo tenuto nell’ultima decade”. “Dopo che tra il 2010 e il 2019 il comparto ha fatto registrare un tasso annuale di crescita composita nell’ordine del 14%, le proiezioni al 2030 sono per un ritmo di progresso annuo nell’ordine del 6%”. Nel report il primo dato che emerge è che la crescita sarà sempre più lenta nei prossimi anni. “In termini di valore di mercato significa passare dagli 11 miliardi di dollari medi annui della scorsa decade a quota 13 miliardi”. I robot esistono dagli anni Settanta ma è “solo dall’inizio di questo secolo che il settore ha iniziato ad assumere dimensioni importanti in quanto i progressi tecnologici da una parte hanno ridotto i costi di produzione, dall’altro ne hanno consentito un uso più massivo in campo industriale”. Nello studio si legge che “il tasso di penetrazione (calcolati come numero di installazioni robotiche per ogni 10mila impiegati nel settore manifatturiero) vedrà un incremento importante, attestandosi a 182 unità rispetto alle 113 del 2019”. Questa tendenza è stata sostenuta “da politiche di incentivazione, aumento degli investimenti in componenti per l’automazione/semiconduttori (su questo fronte il mercato sta fronteggiando ritardi negli approvvigionamenti, ma la sensazione è che si tratti di un fenomeno temporaneo) e migliorie tecnologiche che hanno reso la robotica più accessibile”. Nel report si fa riferimento ai “cobot”, cioè “i robot che vengono concepiti per interagire fisicamente con l’uomo all’interno di uno spazio di lavoro”. Secondo il report di Morgan Stanley, dunque, “la robotica collaborativa, che oggi vale il 5% delle installazioni annuali a livello globale, nell’arco di un decennio può arrivare al 17%”. Uno dei fattori che maggiormente favoriscono la diffusione della robotica è il livello dei prezzi, “che diventano sempre più accessibili, come sempre accade quando una innovazione tecnologica supera la fase di sviluppo iniziale”. Morgan Stanley non ha dubbi a individuare il protagonista di questa crescita della robotica. “La Cina è il principale motore della crescita per i robot”.