di Francesco Paolo Capone, Segretario Generale Ugl

Le parole usate dal presidente del Consiglio, Mario Draghi, nel suo intervento all’assemblea di Confindustria per un patto economico, produttivo, sociale per il rilancio del Paese sono pienamente condivisibili. Un patto nazionale, fra le forze politiche e sociali, per impostare la ripresa nel segno della coesione. L’Italia, in questo difficile percorso che nelle intenzioni di tutti dovrebbe portarci a superare il pantano della pandemia, dal punto di vista non solo sanitario, ma anche economico e sociale, dovrebbe essere il più possibile unita, non certo ignorando le differenze, tanto meno marginalizzando le voci critiche, ma cercando, invece, una sintesi fra le proposte costruttive per impostare un nuovo corso nella vita pubblica, finalmente al servizio della collettività, superando le barricate ideologiche e abbandonando le polemiche strumentali per concentrare le forze sulla ripresa e traghettare l’Italia fuori dalla crisi pandemica. Di questo avremmo urgentemente bisogno e per questo le parole del Premier sono state importanti, nella speranza che si traducano in azioni concrete da parte di tutti, proprio ora che è in atto un piano ambizioso come il Pnrr e le riforme ad esso collegate, che rappresentano una sfida enorme paragonabile soltanto alla ricostruzione post bellica. In tal senso, occorre accompagnare tale processo con senso di responsabilità e spirito di leale collaborazione ed è quello che il nostro sindacato, senza mai dimenticare la propria identità e i propri valori, sta cercando di fare. Un Patto per l’Italia, come ha detto Draghi, «dal quale nessuno può chiamarsi fuori», chiarendo che «ci sono tantissime cose di cui discutiamo continuamente che possono essere materia di questo patto. La definisco una prospettiva economica condivisa. Bisogna mettersi seduti tutti insieme». Un Patto, quindi, dal quale nessuno va escluso, ma che al contrario sia inclusivo e usufruisca positivamente delle diverse sensibilità per offrire al Paese risposte più complete e condivise. Come ha anche sottolineato lo stesso presidente degli industriali, Carlo Bonomi, invitando ad allargare il tavolo del confronto. È quindi riconosciuta la necessità di coinvolgere tutte le parti sociali per un rinnovamento delle relazioni sindacali ed industriali che sappia coniugare l’innovazione e la crescita con la salvaguardia dell’occupazione e il sostegno alle politiche attive del lavoro. La fase di profondo cambiamento che abbiamo di fronte deve essere la scintilla per innescare quelle riforme che il Paese attende da anni, a partire dal rafforzamento degli ammortizzatori sociali, fino all’attuazione dell’art. 46 della Costituzione che riconosce ai lavoratori il diritto di partecipare alla gestione dell’impresa”. Noi dell’Ugl, ancora una volta con l’obiettivo di rappresentare al meglio i lavoratori e contribuire alla ripresa dell’Italia, ci siamo.