Vertenza Ita-Alitalia in stallo. Lavoratori in mobilitazione continua. Draghi batta un colpo

Dopo la rottura di ieri delle trattative con Ita sul contratto di lavoro da applicare ai dipendenti della nuova compagnia, nuovo presidio dei lavoratori Alitalia a piazza San Silvestro a Roma, vicino a Piazza Montecitorio. Proprio in queste ore.  Filt Cgil, Fit Cisl, Uilt Uil e Ugl Trasporto aereo hanno deciso di proseguire la mobilitazione a oltranza «fino a quando non avremo risposte». Non basta, chiedono anche una convocazione al ministero del Lavoro per parlare di ammortizzatori sociali e di contratto. In piazza ci sono oltre un centinaio di lavoratori. Più tardi dovrebbero essere raggiunti da alcuni parlamentari, dopo l’audizione alla Camera di Ita, i sindacati dovrebbero essere ricevuti nel pomeriggio in Senato. D’altronde la società, Ita, ha deciso di andare avanti unilateralmente con un regolamento aziendale, avviando la chiamata ad personam per le assunzioni. I sindacati inizialmente hanno deciso di non abbandonare il tavolo, nonostante la fortissima provocazione, attraverso la mobilitazione permanente e lo sciopero. Le distanze appaiono inconciliabili.  Per l’azienda le proposte pervenute dai sindacati «non sono, purtroppo, accettabili e non costituiscono nemmeno una base di trattativa compatibile con la complessità e le tempistiche della sfida che la società deve affrontare in vista dell’avvio delle operazioni il 15 ottobre». Per i segretari generali delle sigle di categoria di Cgil, Cisl, Uil e Ugl, invece, la presa di posizione di Ita è «molto grave e incomprensibile», sostenendo che la società ha posto «condizioni capestro», chiudendo «di fatto lo spazio per un vero negoziato». A questo punto, per gli stessi si è reso «necessario l’intervento della proprietà, cioè il ministero dell’Economia e delle Finanze». Veniamo ad oggi. Stamattina delegazioni di vari partiti, dal Pd a FdI, hanno incontrato i lavoratori in piazza giudicando inammissibile il comportamento dell’azienda. Ma questo certamente non basta. La delegazione Ita in audizione ha rifiutato di fare una diretta streaming, dichiarando successivamente attraverso il presidente esecutivo, Alfredo Altavilla, che «Ita deve partire il 15 ottobre per il semplice motivo che Alitalia dal 15 ottobre non vola più, quindi non ci sono dubbi, alternative, scusanti. Bisogna far di tutto per partire il 15 ottobre». Tutti i segretari Filt Cgil, Fit Cisl, Uilt Uil e Ugl Trasporto aereo ribadiscono ancora oggi che le condizioni contrattuali poste da Ita sono inaccettabili, perché riportano indietro nel tempo sia retribuzioni e diritti fondamentali di migliaia di lavoratori sia le relazioni industriali. Tutti quanti, anche i segretari generali delle quattro Confederazioni, chiedono l’intervento del Governo e in particolare del premier Mario Draghi «per la più grande vertenza italiana» e per riportare la trattativa su un giusto binario, verso un nuovo piano industriale.

Per i segretari generali delle sigle di categoria di Cgil, Cisl, Uil e Ugl, la presa di posizione di Ita è «molto grave e incomprensibile», la società ha posto «condizioni capestro», chiudendo «di fatto lo spazio per un vero negoziato»