Il ministro fissa quattro punti chiave, ma i datoriali restano divisi fra loro

Il ministro del lavoro e delle politiche sociali, Andrea Orlando, sembra rompere ogni indugio e, dalle pagine di Famiglia Cristiana, rilancia il tema della salute e della sicurezza, alla luce della crescita esponenziale degli infortuni mortali e delle stesse malattie professionali. Dopo mesi di stallo, seguiti ad alcune riunioni decisamente infruttuose, durante le quali si è anche registrata una spaccatura nel mondo datoriale, in particolare fra le grandi e le piccole aziende in merito all’eventuale impossibilità di partecipare ad appalti pubblici, il ministro fissa quattro paletti dai quali ripartire. Secondo Orlando, le parole d’ordine dovranno essere prevenzione, vigilanza, formazione e curriculum aziendale, con il quale attestare il rispetto della normativa vigente, a partire dal decreto legislativo 81/2021. Si tratta di punti sui quali Cgil, Cisl, Uil e Ugl insistono da tempo, dicendosi disponibili a sottoscrivere un protocollo anche in tempi relativamente brevi. La questione però è che nel campo delle associazioni datoriali ancora non è emersa una posizione unitaria, al netto di un documento di base sottoscritto da quasi tutte le organizzazioni, seppure con dei distinguo proprio sulla questione della qualificazione, vista dalle piccole imprese come una sorta di scoglio insormontabile per i costi diretti e indiretti di gestione della procedura. Di certo, una soluzione comunque serve urgentemente.