«Se c’è un ministro dell’Interno che si occupa della sicurezza degli italiani faccia il suo lavoro altrimenti si faccia da parte»

«Da stamattina altri 100 stanno sbarcando a Crotone, in poche ore 500 clandestini che dobbiamo mantenere noi. Non puoi chiedere il green pass per andare in farmacia in centro e lasciar sbarcare decine di migliaia di clandestini senza limiti, senza regole, senza controlli, senza vaccini, senza tamponi, senza nulla. Quindi se c’è un ministro dell’Interno che si occupa della sicurezza degli italiani faccia il suo lavoro altrimenti si faccia da parte e lo lasci fare a qualcuno che ha voglia di fare il ministro». Il nuovo affondo di Matteo Salvini nei confronti della ministra dell’Interno, Luciana Lamorgese, arriva nell’ambito di un’iniziativa elettorale a Rosarno, ma è solo l’ultimo tassello di una distanza politica siderale che ormai c’è da tempo tra la titolare del Viminale e la Lega. L’ennesimo capitolo, del resto, era andato in scena soltanto ieri nell’Aula della Camera, durante l’informativa di Lamorgese sul rave party che si è svolto tra il 13 e il 19 agosto nei pressi del lago di Mezzano, nel viterbese. «La nostra strategia ha evitato che la situazione degenerasse», ha spiegato in sintesi la ministra dell’Interno. Una posizione che però è stata contestata da Fratelli d’Italia e Lega, con quest’ultima che ha chiesto un cambio di rotta. «Noi siamo entrati nel governo Draghi per vedere la discontinuità», quindi «cambi rotta perché diversamente, così, non possiamo andare avanti», ha detto il presidente dei deputati leghisti, Riccardo Molinari, intervenendo in Aula. Di «informativa imbarazzante» aveva invece parlato la leader di FdI, Giorgia Meloni, per la quale il suo partito «continua a chiedere le dimissioni» dopo che «nessuna assunzione di responsabilità politica di quello che è successo» è emersa, «nemmeno una parola di scuse nei confronti dei cittadini e degli imprenditori pesantemente danneggiati dal rave, nessuna misura concreta per scongiurare il ripetersi di episodi simili».