Così il leader della Lega: «Se non può, non sa o non vuole fare il suo lavoro, lo lasci fare a qualcun altro»

Nonostante gli accordi raggiunti, ad esempio quelli sul green pass (che intanto approda al Senato dopo l’ok della Camera della scorsa settimana), i motivi di attrito e di tensioni nella maggioranza non mancano. E ciò appare evidente anche se il leader della Lega, Matteo Salvini, assicura di aver fatto «il fioretto di non rispondere più agli insulti quotidiani di Letta» e di Conte. Ma le questioni che dividono le diverse forze politiche che sostengono il governo Draghi restano sul tavolo. In particolare, però, nel mirino della Lega continua ad esserci il ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese. Il recente fatto di cronaca avvenuto a Rimini ha riacceso una miccia che si era innescata in particolare in estate. L’accusa, che però non proviene esclusivamente dalla Lega (Fratelli d’Italia, in quanto partito di opposizione, ha le mani più libere, ma anche in Forza Italia si è aperta una riflessione in questo senso), è che il ministro appaia troppo morbida dinanzi a violazioni di fatto come quelle registrate negli ultimi tempi (un caso su tutti: il recente rave di Viterbo). Nel pieno del tour elettorale che lo ha visto impegnato negli ultimi giorni, Salvini è perciò tornato ad attaccare Lamorgese: «Tra rave, sbarchi senza sosta e clandestini violenti, è spaventoso che l’unica preoccupazione del ministro siano le critiche della Lega. Se non può, non sa o non vuole fare il suo lavoro, lo lasci fare a qualcun altro». Una posizione che segue le parole della stessa ministra, che in un’intervista al Corriere della Sera aveva sostenuto che «quando gli attacchi partono da chi sostiene il governo, diventando martellanti e personali, finiscono per danneggiare l’immagine dell’amministrazione e dell’intero esecutivo». Così nelle ultime ore, a margine di un’iniziativa elettorale, il leader della Lega ha spiegato ancora che «ci occupiamo di vita vera e non di polemiche, ritorno a scuola e grazie alla Lega il ritorno a scuola è garantito per tutti i bambini, nessuno escluso; tasse, col rinvio delle cartelle esattoriali; immigrazione fuori controllo, dopo i fatti di sangue di Rimini, di Napoli, di Spezia, chiediamo al ministero dell’Interno di svegliarsi, di muoversi, di tutelare la vita e la sicurezza degli italiani. Quindi questi non sono capricci delle Lega o di Salvini, ma chiedere salute scuola lavoro e sicurezza per gli italiani è quello per cui ci pagano lo stipendio. Letta parla di Ius soli, ddl Zan e legge elettorale, penso che non faccia il bene né dell’Italia né del governo». Un altro argomento, quest’ultimo, su cui non erano mancati i botta e risposta. Ddl Zan e ius soli «non hanno alcuna speranza di passare ed Enrico Letta lo sa benissimo», aveva infatti risposto a distanza Salvini dopo che il segretario del Pd si era detto convinto che i due provvedimenti saranno approvati in Parlamento entro la legislatura. Senza dimenticare quota 100, che durante una tappa a Benevento ha garantito essere una priorità della Lega nella prossima manovra finanziaria: «Faremo le barricate davanti al Parlamento per difenderla».