Impatto su più fronti. Poco meno di 3mila morti nell’immediato più altre centinaia negli anni a seguire a causa delle malattie contratte in seguito alle esalazioni. Almeno 6mila i feriti

Nelle ore immediatamente dopo gli attentanti terroristici dell’11 settembre del 2001, l’impressione condivisa era quella che il mondo non sarebbe più stato lo stesso. Effettivamente i numeri stanno a dimostrare l’enorme impatto sotto ogni profilo. I morti ufficiali furono poco meno di 3mila (2.977) contando anche i diciannove dirottatori censiti. Particolarmente cruenta fu la morte di molti che preferirono lanciarsi dalle due torri in fiamme, ben sapendo di non avere scampo. Tanti morti si registrarono fra i soccorritori. I feriti furono oltre 6mila, mentre le esalazioni di quelle ore lasciarono una scia di malattia negli anni a seguire con una crescita dei decessi per tumore e per malattie respiratorie. L’impatto sull’economia si tradusse in due atti. Il primo, nell’immediato, con il crollo delle Borse mondiali. Il secondo, anche a causa delle restrizioni alla circolazione aerea, di più lungo periodo e con conseguenze diverse a seconda dei Paesi. Il contrasto al terrorismo su così larga scala impose costi importanti; è appena il caso di ricordare che i maggiori pattugliamenti nelle strade e nei centri nevralgici nascono proprio in quel momento. Per i soli Stati Uniti occorre anche aggiungere l’importante danno alle infrastrutture. Il World trade center è un simbolo, ma anche uno delle vene pulsanti dell’economia americana (in pratica un intero isolato è stato distrutto), come pure il Pentagono rappresenta il centro della difesa nazionale e internazionale degli Stati Uniti.