Il ministro della Funzione pubblica lo definisce uno strumento «geniale» perché aumenta il costo sia psichico che monetario «per gli opportunisti contrari al vaccino»

«Le decisioni che prenderemo nel prossimo futuro: green pass per tutti, lavoro pubblico, lavoro privato, servizi pubblici e servizi privati». Ad annunciarlo il ministro della Funzione pubblica, Renato Brunetta. L’attualità politica, infatti, impone ancora riflessioni sul green pass, che Brunetta reputa una misura «geniale» perché aumenta il costo sia psichico che monetario «per gli opportunisti contrari al vaccino» costringendoli a fare il tampone e diminuisce la circolazione del virus e quindi la nascita di nuove varianti. Con l’ok di ieri del Consiglio dei ministri, le intenzioni del premier Mario Draghi sembrano piuttosto chiare: a breve potrebbe arrivare un’ulteriore estensione dello strumento, con un approccio che però sarà graduale. Intanto un primo scoglio è stato superato, con il via libera della Camera al decreto che ha disciplinato la certificazione verde (il testo passa ora all’esame del Senato) dopo il sì del governo ad alcuni ordini del giorno presentati dalla Lega. «Il lavoro paga, la mediazione con Draghi ha portato l’approvazione di alcune proposte della Lega, come i tamponi gratis o a basso costo, per aiutare chi non può permettersi di spendere 100 euro a settimana. Mentre il Pd e il M5s votavano per coltivare la cannabis in casa, noi lavoravamo sui tamponi gratuiti. Lascio giudicare gli italiani», ha infatti rivendicato Matteo Salvini, ieri a Torino per sostenere Paolo Damilano, candidato alle comunali per il centrodestra. «Io – ha poi rimarcato di nuovo oggi – voglio ringraziare i 40 milioni di italiani vaccinati che lo hanno fatto liberamente, senza obbligo e spero che altri facciano questa stessa scelta ritenendo sempre che va tutelata la libertà e il lavoro di quei 12 milioni di italiani che ad oggi, spesso per un impedimento, non hanno ancora il green pass. Non si possono chiudere in casa 12 milioni di persone». Sul vaccino «se lo Stato vuole imporre l’obbligo lo faccia, ma io non sono d’accordo», ha poi chiarito a L’aria che tira su La7. Si tratta, ha aggiunto, di «una cosa che non c’è in nessun paese occidentale». Questa, appunto, l’attualità più stringente. Ma altri temi sono in agenda. A partire dal reddito di cittadinanza, una misura su cui la Lega di Salvini ha espresso un parere contrario, con la sponda, tra gli altri, di Italia Viva e Matteo Renzi. «Se qualcuno ha un’idea giusta, io la sostengo», ha chiarito sul punto sempre su La7. «Il reddito sta creando lavoro? No. Porta problemi agli imprenditori e ai precari? Sì. Va rivisto se non cancellato», l’affondo. Infine una battuta sulle comunali. Salvini non crede alla possibilità di «cappotto a favore del centrosinistra» e su Roma, dove Enrico Michetti è il candidato a sindaco del centrodestra, osserva: «Non giudico le persone, ma i romani hanno avuto il Pd e i Cinque stelle e si vede come sono messi, credo ci sia voglia di cambiamento».