Alitalia-Ita: sindacati in piazza. Sulle loro teste le decisioni della Concorrenza Ue. Alla manifestazione a piazza San Silvestro anche i Segretari Generali di Cgil, Cisl, Uil e Ugl che chiedono rispetto per i lavoratori e un tavolo vero di trattativa

No alla macelleria sociale, non far pagare ai lavoratori di Alitalia il conto di decennali inefficienze di un’azienda di Stato, il Governo scenda in campo per difendere la compagnia e i suoi lavoratori. Questo il messaggio che oggi Cgil, Cisl, Uil e Ugl del Trasporto Aereo hanno voluto lanciare nel corso della manifestazione organizzata a Roma, alla quale hanno partecipato, oltre ai lavoratori, anche i Segretari Generali, Landini, Sbarra, Bombardieri e Capone, al fine di evitare un fiume di licenziamenti, per ottenere un vero contratto di lavoro (e non un regolamento) per i dipendenti assunti dalla nuova Compagnia, Ita che dovrà decollare a ottobre, per chiedere la proroga degli ammortizzatori sociali e soprattutto un vera discussione, un tavolo di trattativa. Per dirla in estrema sintesi: difendere diritti fin troppo in discussione. Mentre lavoratori e sindacati protestavano a piazza San Silvestro, a due passi da Palazzo Chigi, da Bruxelles sono arrivate due decisioni molto attese e che hanno, sostanzialmente, decretato la fine dell’azienda (non del brand) Alitalia – con gravi preoccupazioni circa gli 8 mila lavoratori che non saranno assunti in Ita – e un inizio molto tempestoso, nonché fortemente ridimensionato, di Ita. Tracciando inoltre, neanche tanto indirettamente, il solco della trattativa che eventualmente il Governo potrebbe ancora aprire.

Prima decisione, che già si dava per scontata: «Abbiamo scoperto che due prestiti che l’Italia ha concesso ad Alitalia nel 2017, per un totale di 900 milioni di euro, sono illegali secondo le norme sugli aiuti di Stato. L’Italia deve ora recuperare questo importo da Alitalia», ha dichiarato, Margrethe Vestager, vicepresidente esecutivo della Commissione Ue e responsabile della Concorrenza. Ai 900 vanno aggiunti ben 150 milioni di interessi. Seconda decisione: il “via libera” ad Ita, ottenuto con paletti molto precisi e stringenti, sia per Alitalia sia per Ita, che Vestager ha puntualmente elencato. Poiché «c’è discontinuità economica tra Ita e Alitalia, questo significa che Ita non sarà responsabile dei 900 milioni di euro che Alitalia deve restituire in seguito alla decisione di oggi».

Sospiro di sollievo? Non proprio, visto che per la Commissione «resta aperta l’indagine Ue per valutare la conformità alle norme comunitarie dell’ulteriore prestito ponte di 400 milioni concesso alla compagnia nel 2019».