Il leader della Lega riferisce di averne parlato con Draghi ed esclude una discussione sull’obbligo vaccinale. Tensioni nella maggioranza

«Ho parlato con il presidente Draghi, non risulta nessuna estensione di green pass a tutti i lavoratori del pubblico e del privato e questo mi conforta. Sull’obbligo vaccinale escludo che si arrivi a discuterlo. Siamo pronti a discutere di tutto, se qualcuno vuole inserire l’obbligo vaccinale deve anche inserire il risarcimento per eventuali danni. L’obbligo avrebbe il risultato contrario: spaventerebbe e aumenterebbe i dubbi». In visita al Salone di Milano, il leader della Lega, Matteo Salvini, è tornato a ribadire alcuni aspetti, proprio mentre nell’Aula della Camera è ripreso l’esame del decreto legge Covid che, appunto, contiene le norme sul green pass, proroga a fine anno lo stato di emergenza nazionale e rivede i parametri sanitari per il passaggio di colore nelle regioni del paese (il testo, che dovrà essere discusso anche dal Senato, scade il 21 settembre). Tuttavia nelle scorse ore si era registrato un certo grado di tensione nella maggioranza, dopo che la Lega ha votato alcuni emendamenti di FdI. «Tutti erano informati di tutto», ha chiarito il leader della Lega al Corriere della Sera. Eppure non è bastato a tranquillizzare gli animi. Enrico Letta, ad esempio, ha definito la Lega «un partito inaffidabile per il governo». «Da oggi non intendo più rispondere al segretario del Pd, alle sue polemiche e ai suoi insulti», la risposta di Salvini. Ma oggi anche il leader del M5s, Giuseppe Conte, ha chiesto alla Lega di chiarire la sua posizione. «Nel giro di poche settimane – il suo ragionamento – la Lega ha adottato tre posizioni differenti, approvazione in Cdm, astensione e voto contrario in commissione e Aula». La richiesta di chiarimento, insomma, sarebbe secondo l’ex premier, «senza polemiche perché l’interesse e il bene comune vengono prima di tutto» e «la Lega che ha assunto una responsabilità deve essere conseguente». Quanto all’obbligo vaccinale, Conte è apparso di un avviso diverso rispetto a Salvini: «Se come extrema ratio si dovrà ricorrere all’obbligo vaccinale non lo escludiamo affatto», ha detto in mattinata ad Agorà, anche se il green pass «è uno strumento a portata di mano» per completare la campagna vaccinale. «Il M5s non pone condizioni, ha accettato di collaborare positivamente e stiamo dando una mano al paese e alla comunità», ha quindi aggiunto.