di Francesco Paolo Capone Segretario Generale UGL

Oggi dall’Eurostat e ieri dall’Ocse sono arrivate per l’Italia altre buone notizie, che meritano di essere poste in evidenza. Eurostat ha rilevato, nel II trimestre dell’anno, che il numero di occupati è aumentato dello 0,7% sia nell’eurozona sia nell’Ue, mentre nel I era diminuita dello 0,2%. L’occupazione è aumentata dell’1,8% nell’area euro e dell’1,9% nell’Ue, dopo il -1,8% e il -1,6% del I trimestre 2021. Un altro aspetto interessante è che l’Italia ha registrato un incremento dell’1,9% insieme a Lettonia (+5,7%), Grecia (+2,8%), Danimarca e Portogallo (entrambi +1,9%), Paesi che hanno registrato la più alta crescita dell’occupazione. L’Ocse ha confermato oggi quanto anticipato ieri al Forum Ambrosetti dal ministro dell’Economia, Daniele Franco: non solo il Pil italiano può crescere oltre il 5%, ma può tornare ai livelli pre-pandemia già nella prima metà del prossimo anno. C’è di più, l’Ocse ha alzato le stime sull’economia italiana portandole dal 4,5% al 5,9%. L’Organizzazione ha avvisato che «la politica fiscale dovrebbe continuare a sostenere le famiglie e le imprese fino a quando la ripresa non sarà consolidata». Altrimenti c’è il rischio di mandare in bancarotta imprese che senza la pandemia sarebbero state profittevoli. Dunque, arrivano segnali positivi e conferme ma la situazione resta molto delicata. Una realtà ancora molto difficile con la quale combattono, quotidianamente, lavoratori dipendenti e autonomi, famiglie e imprese.

Ma anche i segnali incoraggianti vanno governati, oltre che “provocati”, cioè non basta semplicemente prenderne atto, altrimenti si rischia di vanificarli. Se l’economia del Paese appare in progressiva ripresa, occorre accompagnare tale processo di graduale superamento della crisi attraverso riforme di sistema a partire dalla semplificazione della macchina amministrativa. In questa prospettiva, l’impiego virtuoso delle risorse stanziate con il Recovery Plan, rappresenta un’opportunità preziosa per garantire una maggiore efficienza della p.a. ed una migliore qualità dei servizi pubblici anche grazie all’ingresso di nuove competenze e agli investimenti a sostegno dell’innovazione, della digitalizzazione e della lotta alla burocrazia.

Altro importante nodo da sciogliere, che dalle colonne de La Meta Serale continuiamo a sollecitare esattamente come l’efficientamento della macchina amministrativa fin dall’inizio della pandemia, è il taglio delle imposte sul lavoro, presupposto fondamentale per ridare potere di acquisto ai lavoratori e consentire alle imprese di assumere. A tale scopo, come sindacato UGL, continueremo ad auspicare e a chiedere al Governo Draghi una manovra finanziaria coraggiosa che operi una riduzione senza precedenti del cuneo fiscale.