Tuttoscuola denuncia: «In Italia, circa 14mila classi pollaio»

È stato il primo giorno di scuola per novantamila studenti dell’Alto Adige, che ha inaugurato l’anno scolastico, il terzo da quando è scoppiata la pandemia. Hanno riaperto anche gli asili: al momento tutti in presenza. Nei prossimi giorni, sarà il turno delle altre regioni. Non mancano le polemiche: in tante scuole italiane le aule sono troppo piccole per garantire il distanziamento sociale tra gli alunni. Una misura fondamentale per ridurre il rischio contagio. Tuttoscuola ha provato a quantificarne il numero, denunciando una situazione inaccettabile: sarebbero duemila. Circa quattordicimila invece «le classi pollaio, gremite da 27 fino a 40 alunni». Secondo il dossier, la massima concentrazione di classi pollaio si registra primi anni delle superiori. Considerando tutti gli indirizzi, nel primo anno della scuola secondaria di secondo grado, nell’anno 2020-21, le classi con oltre 26 studenti sono state complessivamente 3.652, pari al 14,8% delle 24.613 prime classi esistenti. In altre parti del mondo, la situazione è ancora più critica: «In un quarto dei paesi, l’educazione di centinaia di milioni di bambini rischia di collassare», denuncia Save The Children, sottolineando che «già prima della pandemia 258 milioni di bambini in tutto il mondo, un sesto della popolazione totale in età scolare, non avevano accesso all’istruzione e oggi si stima che 10-16 milioni di bambini rischino di non tornare mai più a scuola a causa delle conseguenze economiche del Covid-19 perché costretti a lavorare o a contrarre matrimoni precoci».