Fissato il tempo massimo di impiego, ora la discussione si posta nelle Amministrazioni

Nel suo percorso di progressivo avvicinamento alla nuova disciplina dello smart working, il ministro della funzione pubblica, Renato Brunetta, aggiunge un ulteriore tassello. Almeno nella pubblica amministrazione, perché nel settore privato, al momento, la disciplina è rimessa alle parti, la percentuale del lavoro agile sarà fissata al 15%. Una indicazione di massima che, chiaramente, andrà poi declinata in concreto nelle singole amministrazioni, tenendo conto dei vari fattori in campo. A fronte di circa 3,3 milioni di addetti, è di tutta evidenza che, una serie di professionalità, non potranno mai essere garantite attraverso una modalità a distanza. Pensiamo ad esempio alle forze dell’ordine oppure al personale sanitario. La platea è quindi destinata a restringersi in maniera sensibile. A quel punto, Aran, singole amministrazioni e sindacati dovranno verosimilmente contrattare per individuare come applicare questa regola generale del 15%. Uno degli aspetti sul quale si dibatterà molto è quello della tutela della fragilità delle persone, criterio che però potrebbe non allinearsi perfettamente alle professionalità richieste in presenza. Insomma, si annuncia un percorso complesso, tanto è vero che Cgil, Cisl, Uil, Ugl e le altre sigle hanno già chiesto più volte di essere coinvolte nella definizione dei piani operativi per il lavoro agile. Il tutto in tempi rapidi, vista la scadenza di ottobre.