La capienza dei mezzi pubblici dipende dal colore della regione

Soprattutto nelle grandi città, ma pure nelle piccole non mancano momenti critici, le preoccupazioni maggiori rispetto alla capacità di contenimento della diffusione del Covid-19 nascono un metro fuori le scuole. È in quel momento e in quel luogo che si annidano i maggiori rischi in termini di assembramento. Una considerazione che chiama in causa il trasporto pubblico, ma non solo. Gli studenti e le studentesse, infatti, possono recarsi a scuola in maniera autonoma, utilizzando un mezzo di trasporto collettivo non specificatamente dedicato a loro, oppure possono, soprattutto se piccoli di età, essere accompagnati dai loro genitori, i quali inevitabilmente si assembrano davanti ai cancelli. Proprio per evitare questo duplice rischio, fin dallo scorso anno, sono stati fortemente consigliati – e, in alcuni casi, imposti – orari scaglionati di ingresso. Nel caso di materna, elementari e medie, tali differenziazioni di orario sono spesso minime, con scarto, decisivo dal singolo dirigente scolastico, quasi sempre contenuto nella mezz’ora. Discorso diverso, invece, per le superiori, con le decisioni demandate ad un tavolo di confronto in prefettura, alla presenza dell’ufficio scolastico regionale, dei sindaci del territorio e dei gestori del trasporto locale urbano e extraurbano. In questo caso, è possibile che fra le prime e le ultime entrate ci sia una differenza di una o due ore, cosa che chiaramente si ripercuote sull’orario di uscita: con le lezioni da 60 minuti, nei professionali, gli studenti potrebbero uscire intorno alle 19.