Le federazioni di categoria chiedono a Brunetta l’apertura di un confronto

Visto dall’esterno, sembrerebbe quasi una tattica del tipo “bastone e carota”. Il ministro della funzione pubblica, Renato Brunetta, dopo aver tuonato contro lo smart working a più ripresa, ora prova a rilanciare sul versante del rinnovo del contratto collettivo di lavoro, una questione che si trascina ormai da diverso tempo. Andando per ordine, trova conferma la volontà di limitare il ricorso al lavoro agile, passando dalla modalità massiva seguita da marzo dello scorso anno ad una più selettiva. Le federazioni di categoria di Cgil, Cisl, Uil e Ugl hanno chiesto l’apertura di un confronto con la consapevolezza che le decisioni che saranno prese potranno avere ricadute anche sul lavoro privato. Sul versante del rinnovo del contratto collettivo, l’ipotesi più accreditata sembrerebbe essere quella di un aumento di poco superiore alle cento euro a regime. Ma è sulla parte normativa che, in realtà, potrebbero concentrarsi le maggiori novità. Si parla infatti di quarta area riservata alle alte professionalità che si andrebbe ad aggiungere alle aree B, C e D, mentre potrebbero arrivare meccanismi più snelli per le progressioni interne, superando così uno dei maggiori scogli che oggi rende meno appetibile il lavoro nella pubblica amministrazione, vale a dire la difficoltà, se non addirittura l’impossibilità di fare carriera, nonostante l’impegno quotidiano e il possesso del titolo di studi richiesto.