di Francesco Paolo Capone, Segretario Generale Ugl

Boldrini, Angelini, Cirinnà. Sempre più spesso le cosiddette “icone progressiste” rivelano un’anima profondamente snob. Dovrebbero essere, o almeno così si considerano, paladini dei diritti degli ultimi contro le destre a parere loro “reazionarie e classiste” e, invece, alla prova dei fatti, restano sempre i soliti radical chic. Ovvero quell’intellighenzia di sinistra tenacemente benestante, con il cuore a sinistra e il portafoglio a destra, che, come diceva Montanelli, ama tanto i poveri da volerne sempre di più e, pur pontificando sulla qualunque, non riesce a non guardare gli altri – che siano collaboratori, colf, cittadini comuni, lavoratori dipendenti o autonomi, stranieri – dall’alto, da lontano, considerandoli, in fondo, irrimediabilmente diversi da sé. Questa “sindrome di Capalbio” che affligge il Gotha di sinistra è onnipresente e, anche se si cerca di mimetizzarla, ogni tanto torna fuori nelle gaffe di qualche esponente di punta, che di fronte qualche problema di vita quotidiana se ne esce, d’istinto e senza troppo ragionarci su, con affermazioni tanto sincere quanto sconvenienti sui media, su Facebook o Twitter. Dopo la parlamentare Dem Laura Boldrini, alle prese con collaboratrici “ingrate” per aver preteso Tfr e scatti di anzianità, dopo il musicista dichiaratamente di sinistra Roberto Angelini, che si sentiva “tradito” perché una sua lavoratrice in nero, rider per il suo ristorante, aveva dichiarato il vero di fronte a un controllo delle forze dell’ordine, ecco ora Monica Cirinnà, paladina dei diritti Lgbtq, che di fronte al ritrovamento di un’ingente somma di denaro contante di dubbia provenienza nella cuccia del cane nel giardino della sua casa in quel di Capalbio – scoperta denunciata dal figlio del marito, il sindaco Montino, sulla quale è stata aperta un’indagine – ha pensato bene, nel frattempo, di prendersela in dichiarazioni pubbliche, tanto avventate quanto rivelatrici, con la cameriera, attribuendole non si sa bene quale responsabilità per il rinvenimento dell’insolito reperto. Affermando che a peggiorare il caos in cui si trova sarebbe stata la colf, dimissionaria nonostante il fatto di essere “strapagata” e in regola coi contributi, come se quest’ultima fosse cosa meritoria e non invece doverosa. Una collaboratrice colpevole, quindi, di aver lasciato la povera Cirinnà a doversela sbrigare da sola con le faccende domestiche: lavare, stirare, cucinare e mettere a posto le cose che normalmente si trovano in casa. Le buste con migliaia di euro, ad esempio. Certamente la questione dei contanti sarà presto chiarita, resta comunque un po’ di amarezza nel constatare che, al di là delle prese di posizione teoriche, nella pratica quotidiana la vita di molte bandiere dem sembra improntata su atteggiamenti da ancien régime, piuttosto che su un sincero egualitarismo.