Saldo molto positivo rispetto al periodo gennaio-maggio, ma il lavoro è precario

Il dato è sicuramente confortante, anche se, oggettivamente, non completamente inatteso, visto il riferimento temporale. Nei primi mesi del 2021, le assunzioni sono cresciute rispetto allo stesso periodo dello scorso anno del 17%, attestandosi, per il solo settore privato, ad oltre 2,4 milioni di unità. Un numero sicuramente importante, anche se, come si ricorderà, il dato 2020 è falsato dal fatto che, comunque, almeno due mesi, dalla metà di marzo alla metà di maggio, si sono caratterizzati per un lockdown piuttosto rigido. Comunque sia, il fatto stesso che le assunzioni sono in così sensibile crescita è un elemento che fa ben sperare per le prospettive immediate. Rimane l’elemento della precarietà della ripresa, in quanto larga parte delle assunzioni si è concentrata sul lavoro stagionale – una modalità contrattuale meno vincolante anche del contratto a tempo determinato – e sul lavoro in somministrazione. Un punto che, viceversa, preoccupa è quello relativo alle trasformazioni dei contratti da tempo determinato a tempo indeterminato: nonostante gli incentivi fiscali e contributivi, la flessione è stata del 25%; in valori assoluti le trasformazioni sono state circa 176mila. Meglio, in termini percentuali, è andata con l’apprendistato, con le conferme in servizio salite del 18%. Sono 45mila gli apprendisti confermati in servizio, un dato che valorizza l’investimento umano.