A breve la riapertura delle scuole. In assenza di altri provvedimenti, si punta tutto su vaccini e Green Pass. Impasse sui controlli, l’associazione dei Presidi: «siamo in alto mare»

La riapertura delle scuole è un momento determinante per l’andamento della pandemia, già l’abbiamo visto lo scorso anno. In assenza di altre misure, su trasporti, spazi, divisione delle classi, si punta tutto sulla campagna vaccinale per evitare una nuova esplosione dei contagi. Attualmente risulta vaccinato il 93% del personale scolastico, insegnanti e non docenti, e mancano all’appello in tutta Italia circa 100mila persone, non immunizzate, per scelta o necessità. Per quanto riguarda gli studenti, esclusi i piccoli per i quali non ci sono vaccini disponibili, nella fascia d’età 12-19 ad oggi sono vaccinati circa la metà dei ragazzi. La decisione per la riapertura delle scuole è stata quella di richiedere il Green Pass obbligatorio ai lavoratori della scuola, lasciando, invece, libertà di scelta ai minori ed alle loro famiglie. Alla riapertura delle scuole ai Presidi il compito di verificare la validità del Green Pass del personale scolastico. Ma a pochi giorni dalla riapertura, mancano indicazioni chiare su come effettuare giornalmente le verifiche: «Se le scuole devono controllare tutti i giorni i certificati di docenti e personale rischiamo che si inizi a mezzogiorno. Stiamo aspettando indicazioni, mancano pochi giorni, non possiamo rimanere in questa impasse», così Mario Rusconi, presidente dell’Associazione nazionale presidi di Roma. I tempi per i controlli e il personale addetto agli stessi, i nodi più difficili da sciogliere. Resta, poi, aperta la questione della gratuità dei tamponi per docenti e personale non vaccinato. Al di là dell’obbligo di vaccino o Green Pass per i lavoratori della scuola, per garantire sicurezza dal virus, dato il fatto che il vaccino non è comunque obbligatorio per gli studenti più grandi e non disponibile per i più piccoli e che non impedisce il contagio pur proteggendo dalle infezioni più gravi, c’è chi chiede tamponi periodici a tappeto, possibilmente i meno invasivi test salivari, sull’esempio di quanto disposto da alcune Regioni del nord, come il sottosegretario all’Istruzione leghista Rossano Sasso. Al momento l’Iss sta valutando l’ipotesi di effettuare test salivari a campione agli studenti su base volontaria e da eseguire nell’arco dell’intero anno scolastico per monitorare i contagi.