di Francesco Paolo Capone, Segretario Generale Ugl

Se non fosse una situazione piuttosto seria, ci sarebbe da sorridere. Quella del 2021 in Italia è stata un’estate di pandemia, la seconda, ma anche di rave party, feste abusive con migliaia di giovani in terreni disabitati, all’insegna della musica tecno e dell’uso incontrollato di alcol e droghe. Un fenomeno che esiste da decenni, ma che, francamente, mal si concilia con le disposizioni ferree imposte a tutta la popolazione a causa del Covid. Non è certamente una presa di posizione moralistica contro i giovani in vena di fare baldoria in modo più o meno condivisibile, né una semplice questione di ordine pubblico, dato che spesso in questi casi si supera e abbondantemente il limite della legalità, tra occupazione di proprietà private, spaccio di droga e quant’altro. Il problema è più serio: il Paese sta facendo sforzi inimmaginabili nel tentativo di uscire finalmente dall’incubo virus. Abbiamo avuto 130mila morti e centinaia di migliaia di ospedalizzati. Abbiamo ammirato l’impegno dei nostri medici e infermieri a combattere il virus in prima linea, anche a costo della vita. Abbiamo subito lockdown e chiusure di attività, scuola compresa, smartworking e dad, per allentare i contatti e quindi i contagi, con i danni economici e sociali che sappiamo, e ancora le discoteche sono chiuse. Le forze dell’ordine a chiedere autocertificazioni, controllare le spiagge coi droni e intercettare “pericolosi” runner che correvano da soli, per evitare il benché minimo sgarro delle regole. Poi le riaperture parziali, i colori delle Regioni. Ora il green pass e la campagna vaccinale, con una popolazione impaurita, divisa di fronte alle misure da adottare. Le verifiche nei luoghi pubblici, tra poco nella scuola e anche sui mezzi di trasporto – con l’esternazione sui controllori, tema, invece, da trattare con attenzione con le Parti Sociali – con multe e sanzioni dure contro gli inadempienti, la sospensione dal lavoro per operatori sanitari e insegnanti, le esclusioni dalle mense aziendali, tutto al fine di evitare la quarta ondata. E, in una situazione come questa, è incredibile solo immaginare che su tutto il territorio nazionale siano stati consentiti assembramenti di migliaia di persone al di fuori di ogni regola e controllo per giorni e alla luce del sole. Quello più affollato e noto sul lago viterbese di Mezzano, ma anche tanti altri un po’ ovunque. Il ministro Lamorgese incapace di coordinare contromisure efficaci per prevenire e disperdere simili assembramenti, non di pericolosi terroristi, ma di giovani tutto sommato facili da individuare e bloccare. Una situazione ai limiti dell’assurdo, capace di indispettire i cittadini, alle prese con controlli serrati persino per bersi un caffè all’interno di un bar. Un doppiopesismo che, soprattutto in una situazione di emergenza come la nostra, è diventato intollerabile, una dimostrazione di inadeguatezza che richiede una risposta, da parte del Parlamento e del Governo.