Il saldo con il 2020 resta comunque negativo; il peso del fattore Covid-19

Più certificati di malattia presentati rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, ma anche una sensibile riduzione nel secondo trimestre del 2021 con riferimento al periodo gennaio-marzo sempre di quest’anno. Un andamento che è interessante osservare, anche alla luce delle recenti polemiche sollevate in merito alla comunicazione da parte dell’Inps che la quarantena fiduciaria in seguito a contatto stretto con persona positiva al Covid-19 non sarebbe stata più rimborsabile. Aspetto quest’ultimo che ha richiamato l’attenzione di Cgil, Cisl, Uil e Ugl, con il segretario generale Paolo Capone fortemente preoccupato per le ricadute sulla gestione della pandemia, in un momento peraltro decisivo in cui si dibatte molto sulla eventuale possibilità di estensione dell’obbligo vaccinale. Tornando ai dati dell’osservatorio Inps, i certificati di malattia presentati fra gennaio e giugno di quest’anno sono stati circa 12,3 milioni, tre quarti dei quali relativi al settore privato. Guardando allo stesso periodo dello scorso anno, l’incremento è dell’1,1%, cosa che non deve sorprendere in quanto l’emergenza Covid-19 è esplosa soltanto ad inizio marzo del 2020, dopo i primi casi ufficiali circoscritti fra Lombardia e Veneto. Se guardiamo però soltanto al 2021, un secondo dato sembra indurre ad un minimo di ottimismo in più: nel secondo trimestre, i certificati di malattia sono diminuiti del 16,1% rispetto ai primi tre mesi dell’anno.