Sono passati cinque anni dal sisma che colpito il Centro Italia causando 299 vittime. Oggi ad Amatrice la celebrazione del memoriale in ricordo delle vittime, alla presenza del Premier Draghi

Era il 24 agosto del 2016 quando alle 3,36, in piena notte, una scossa di terremoto, di magnitudo 6, faceva tremare il Centro Italia – Lazio, Marche, Umbria e Abruzzo – causando 299 morti e 388 feriti. Fra le comunità più colpite, quella di Amatrice, cittadina del reatino distrutta dal sisma: solo qui si contarono 237 vittime, la gran parte di quelle totali. Una piccola città solitamente poco abitata e che invece quel giorno era affollata da turisti ed ex residenti per la sagra dell’Amatriciana che avrebbe dovuto svolgersi a breve. Poi, oltre al dolore per quanto accaduto, la distruzione di intere comunità, la perdita di un patrimonio economico e culturale unico, anche la rabbia per una ricostruzione che ancora oggi, cinque anni dopo, procede troppo lentamente. Tolte le macerie, restano le cittadine ormai rase al suolo, la lentezza della burocrazia, le tante persone ancora sfollate, le comunità disperse che vorrebbero ricostituirsi. Una migliore gestione dell’emergenza, ma anche l’impegno ad evitare in futuro simili disastri attraverso un uso più consapevole della tecnologia, nella realizzazione degli edifici come nel controllo del territorio. Oggi la commemorazione, con una messa tenuta nella cittadina laziale simbolo del terremoto, che ha distrutto anche altri centri come Accumoli e Arcuata del Tronto. Ad Amatrice era presente il Premier Draghi, che oltre a rendere omaggio alle vittime ha affrontato i due temi più caldi e sentiti, quello della ricostruzione e quello riguardante la richiesta, da parte dei superstiti e dei familiari delle vittime, di un fondo per le persone colpite dagli eventi sismici, per il quale c’è un’iniziativa parlamentare all’attenzione del Governo. «In passato lo Stato è andato a rilento, ora le cose cambieranno» ha promesso il Presidente del Consiglio, aggiungendo: «Se oggi sono qui è perché lo Stato vi è vicino. In passato è stato lento ma adesso la situazione è diversa: i lavori di ricostruzione stanno procedendo più velocemente. Sono oggi qui a portarvi fiducia e l’impegno del Governo». Una promessa da mantenere.