L’Istituto stima che a fine anno sarà recuperato tutto il gap causato dal Covid-19

Mancherebbe poco per cancellare la parola “quasi” dalle statistiche. In attesa di capire quale sarà l’evoluzione della curva dei contagi e il conseguente impatto sulle attività produttive, dall’Inps arriva una notizia molto confortante sul versante delle entrate contributive, una formidabile cartina di tornasole rispetto allo stato di salute della nostra economia. Al 31 luglio scorso, le entrate contributive sono quasi in linea con quelle del 2019, un risultato importante perché, come si ricorderà, la nostra economia aveva imboccato una parabola discendente soltanto sul finire di quell’anno. Nel complesso, alla fine del mese scorso, le entrate contributive erano pari a 120,5 miliardi di euro, con un incremento del 7,5% rispetto al 2020. Larga parte di questo incremento si concentra sul lavoro dipendente, con i versamenti delle aziende cresciuti di 6,3 miliardi di euro. Leggero calo invece sul versante del lavoro autonomo, con una riduzione di 49 milioni di euro, mentre le entrate della gestione separata, quella riferibile alle collaborazioni, segna un più 16,8%, con un incremento in valori assoluti di 669 milioni di euro. Una tendenza che fa ben sperare; secondo l’Inps, infatti, a fine anno, le entrate correnti dovrebbero essere in linea con quelle del 2019, recuperando quel gap che è rimasto finora. Aspetti che si incrociano con i vari tavoli aperti al ministero con Cgil, Cisl, Uil, Ugl e le altre parti sociali.