L’Italia continua a bruciare, emergenza in Calabria e in tutto il Sud. Draghi: «Ristori e un piano straordinario per rimboschimento e sicurezza»

«Il governo segue con apprensione le vicende in tutte le aree del Paese interessate dall’emergenza incendi e metterà in cantiere un programma di ristori per le persone e le imprese colpite, insieme a un piano straordinario di rimboschimento e messa in sicurezza del territorio», così il presidente del Consiglio, Mario Draghi. E oggi l’arrivo del capo della Protezione Civile Curcio a Reggio Calabria, per verificare la situazione della Regione particolarmente colpita dai roghi. Complice l’ondata di caldo estremo portata nel Paese dall’anticiclone Lucifero, con lo spettro del cambiamento climatico, le azioni colpose o dolose a causare i roghi, il 75% degli incendi sono provocati da mano umana secondo il Wwf, e una insufficiente cura del territorio, l’Italia brucia. In particolare il Sud, la Calabria, ma anche Puglia e Sicilia ed altre aree, disseminate in tutto il territorio nazionale. Uomini e mezzi di soccorso impegnati, territori devastati, danni a cose, edifici, aziende agricole, animali e persone, con anche diverse vittime, cinque solo in Calabria. Un problema grave, dal punto di vista ambientale, paesaggistico ed economico. Così come non sono indifferenti i costi che dovrebbe sostenere il Paese per mettere riparo a quanto accaduto, in termini di ristori e riforestazione. A suffragare con i dati la portata drammatica della situazione, l’Effis, ente della Commissione europea che si occupa del monitoraggio degli incendi: in Italia nel 2021 sono andati in fumo oltre 100mila ettari di terreno, il quadruplo rispetto agli anni precedenti. Numeri che fanno dell’Italia la prima in Europa per numero di incendi, in un Continente nel quale il problema è diffuso un po’ ovunque e soprattutto nelle Nazioni meridionali. Ora si cerca di correre ai ripari, anche ridiscutendo della frettolosa abolizione del Corpo forestale dello Stato con la riforma Madia del 2016, ai tempi del governo Renzi e del totem di una “spending review” che però non è stata indirizzata verso i costi inutili, ma spesso contro spese necessarie e doverose. Fra le ipotesi per cercare di affrontare l’emergenza, anche la proposta avanzata dai ministri di FI di inasprire le pene per i piromani.