La pandemia di coronavirus ha comportato un cambiamento nelle abitudini degli italiani

Sono molti i cambiamenti che la pandemia di coronavirus ha apportato alle abitudini di mobilità degli italiani, su tutti un minor ricorso agli spostamenti per motivi di studio e di lavoro, e un utilizzo di mezzi pubblici, con un conseguente aumento delle auto private. È quanto emerge dal Rapporto “La mobilità degli italiani, le intenzioni per il prossimo autunno” dell’Istituto nazionale di statistica, secondo il quale queste tendenze si confermeranno anche nei mesi a venire. Il maggior utilizzo del lavoro e dello studio a distanza, infatti, fanno stimare una diminuzione degli spostamenti di studenti e occupati, con oltre l’80% di questi che si spostava almeno cinque volte a settimana prima della pandemia, contro meno del 70% che prevede di farlo con la stessa frequenza nel prossimo autunno. A causa del timore dei contagi, aumenta il ricorso al mezzo privato per gli spostamenti di studio o lavoro, ma solo di quello a motore mentre non decolla la mobilità cosiddetta ‘dolce’ e si riduce significativamente il trasporto pubblico. Anche tra coloro che non sono occupati o studenti diminuirà il ricorso al trasporto pubblico; nei tre quarti dei casi il Covid è alla base di questa scelta. Nel dettaglio l’Istat parla di una caduta nell’utilizzo del mezzo pubblico, previsto solo nel 22,6% dei casi (la percentuale per gli stessi intervistati era del 27,3% prima della pandemia), e un conseguente incremento nell’uso dell’automobile privata, che dal 44,1% arriverà a coprire quasi la metà degli spostamenti dei prossimi mesi.