di Francesco Paolo Capone, Segretario Generale Ugl

La sfortuna nella gestione della pandemia di Covid-19 perseguita Nicola Zingaretti, questo va detto. Dopo la truffa mascherine, costata alla Regione Lazio circa tredici milioni di euro per una fornitura mai arrivata alla Protezione Civile, ora è la volta di un gravissimo attacco hacker che sta mettendo in crisi da più di una settimana tutta la rete informatica regionale, inclusa quella, essenziale, che gestisce la sanità, prenotazioni dei vaccini anti-Covid comprese. Tanto che lo stesso governatore ha parlato del maggiore attacco informatico mai avvenuto nel nostro Paese. Agli esperti il compito di comprendere cosa sia successo. A quanto sembrerebbe, i pirati informatici sarebbero riusciti a infettare il computer di un dipendente regionale in smart working per poi introdursi in quelli di un altro centinaio di lavoratori della Regione, fra i quali un amministratore di rete, bloccando tutto e carpendo i dati sensibili di sei milioni di persone residenti nel Lazio. Forse chiedendo un riscatto, con un ultimatum scaduto lo scorso venerdì. La Regione, però, smentisce sia la richiesta che il pagamento del riscatto stesso, dicendo, invece, di essere riuscita autonomamente a recuperare i dati persi. Quel che è certo è che non sono ancora stati ripristinati del tutto i servizi: inagibile il sito primario della Regione, ma anche quelli di altri enti regionali come Lazio Crea o Cotral, con i problemi che si sono susseguiti in vari ambiti, dalle gare d’appalto alle aste, dai concorsi fino agli abbonamenti per il trasporto pubblico e così via. Oltre che, come noto, il sito Salute Lazio. Impossibile quindi prenotare le vaccinazioni oltre la data del 13 agosto, ma anche i tamponi, ricevere tempestivamente i risultati dei test effettuati, scaricare documenti e certificati, prenotare tutte le altre visite mediche tramite Cup e Recup, con oltre diecimila esami saltati, rivolgersi al Cad, ovvero il centro di assistenza domiciliare per i disabili. Sono state prese misure per gestire la situazione e lentamente, molto lentamente, si stanno riavviando dei mini-siti per garantire un parziale ripristino delle attività. Ma la situazione è tutt’altro che risolta. Ora, al di là della necessità di individuare gli hacker, di rivedere i sistemi di sicurezza informatica della Regione e accertare le responsabilità dei singoli che erano chiamati ad occuparsi della gestione dei siti regionali, un appunto al presidente Zingaretti sarebbe necessario. Invece, il governatore del Lazio continua, nonostante un simile disastro, a godere di una stampa – non tutta, ma buona parte – pronta a glissare su un problema di simile portata. Non osiamo immaginare cosa sarebbe successo se un attacco del genere avesse messo in ginocchio un’altra Regione, magari governata dal Centrodestra. Sarà pure sfortunato, Zingaretti, in questi ultimi tempi, fra truffe e richieste di riscatto, ma certo non si può dire che non possa contare su molti amici nei media “che contano”