Il confronto proseguirà dal 2 settembre con chi accetta lo schema complessivo

Oltre tre ore di confronto per molti versi interlocutorie, al termine delle quali, però, è il ministro del lavoro e delle politiche sociali, Andrea Orlando, a fissare un paletto importante: alla riunione del 2 settembre, dedicata nello specifico al collegamento fra politiche passive e attive, avranno diritto di parola quelle organizzazioni che condividono l’impianto complessivo della riforma così come tracciata dal ministero stesso. Questa sorta di diktat, da dentro o fuori, è arrivato dopo che diverse organizzazioni, soprattutto datoriali, avevano sollevato dei dubbi, fino ad arrivare ad affermare che la condivisione dello schema doveva essere preceduta dall’indicazione di quante risorse il governo è disponibile a mettere in campo e dalla quantificazione del contributo in capo alle aziende. Una osservazione che, peraltro, appare anche legittima, come riconosciuto dallo stesso ministro, ma che, sempre a detta dell’esponente del Partito democratico, contraddice al metodo finora utilizzato. Comunque sia, se, il 2 settembre, il campo sindacale dovrebbe essere tutto presente, ad iniziare da Cgil, Cisl, Uil e Ugl, la stessa certezza non sembra esserci sull’altro fronte. Confindustria e Confcommercio appaiono infatti molto divise fra loro, mentre il mondo dell’agricoltura sembra essere più compatto intorno alla previsione di estensione della Cisoa alla pesca, pure se non mancano anche in questo caso delle voci discordanti.