Presentato un documento programmatico, cui mancano però numeri decisivi

I nodi ci sono ed è stato lo stesso ministro del lavoro e delle politiche, Andrea Orlando, ad ammetterlo, il quale però ha aperto la riunione in videoconferenza con i rappresentanti di Cgil, Cisl, Uil, Ugl, Confindustria e le altre sigle facendo appello al senso di responsabilità di tutti, chiedendo la condivisione del documento preparato dal suo ministero. È indubbio, però, che il percorso è lungo e dai risultati finali ancora decisamente poco certi, viste comunque le differenti vedute che si riscontrano soprattutto nel campo datoriale. Il documento, peraltro molto asciutto e privo di ogni riferimento numerico. Il documento prospettato alle parti sociali prevede una introduzione di massima, con il richiamo a principi largamente condivisi e condivisibili, ad iniziare dall’universalismo degli strumenti in un contesto però differenziato per durata, ammontare, grandezza dell’impresa. Seguono altri cinque paragrafi di riforma complessiva degli ammortizzatori sociali, sia quelli in costanza di rapporto di lavoro, con il superamento della cassa integrazione in deroga, che quelli in assenza di lavoro, come la Naspi e la Dis-coll. Il paragrafo successivo riguarda il collegamento che dovrebbe realizzarsi fra gli ammortizzatori sociali e le politiche attive del lavoro, un aspetto del quale si dibatte dal finire del secolo scorso. Gli ultimi due paragrafi si riferiscono al lavoro autonomo e ad una serie di novità, compresa la Cisoa per la pesca.