L’economia italiana si sta ridestando. Ma è ancora lunga la strada da percorrere. Per l’Istat, nel II trimestre, il Pil italiano è cresciuto, in base alla stima preliminare, con un dinamismo più accentuato di quello degli altri principali Paesi europei

I segnali “buoni” continuano ad arrivare circa le prospettive dell’economia italiana, ma basterebbe poco per vanificarli. Questo il senso sia delle ultime rilevazioni che si stanno, in un certo senso, confermando giorno dopo giorno sia delle parole espresse oggi dal presidente del Consiglio. «Le cose per l’economia italiana stanno andando bene e si spera continuino ad andare bene, ma perché sia così dico a tutti gli italiani: vaccinatevi e rispettate le regole», ha detto oggi Mario Draghi in un incontro informale con la stampa a Palazzo Chigi, prima della pausa estiva. Andando guardare i dati odierni dell’Istat, si scopre che nel mese di giugno per l’Istituto l’indice destagionalizzato della produzione industriale possa aumentare dell’1,0% rispetto a maggio, considerato che anche nel secondo trimestre il livello della produzione cresce dell’1,0% rispetto al precedente. Inoltre, nella “Nota mensile sull’andamento dell’economia italiana”, l’Istat sottolinea che nel II trimestre, il Pil italiano è cresciuto, in base alla stima preliminare, con un dinamismo più accentuato di quello degli altri principali paesi europei. Persino dal lato delle famiglie si registrano diffusi segnali positivi che interessano l’andamento del mercato del lavoro e la fiducia. Fiducia, senza dubbio, innescata dalle riaperture e dalla campagna vaccinale, che, quindi, è obbligata a proseguire a vele spiegate. Non sarà facile per tante ragioni, tra le quali anche che, più si va avanti, più ci si avvicina al nucleo degli indecisi, dei perplessi, non sono necessariamente tutti o solo “no vax”. Ecco diventare più chiare, sebbene fastidiose, le esortazioni rivolte agli italiani e il messaggio, di Darghi ai colleghi di Governo e maggioranza: «Ieri ho ringraziato tutti i ministri per la determinazione avuta in questi sei mesi di governo. Dobbiamo tenere presente che tra due settimane ci vuole la stessa determinazione, se non maggiore, per affrontare le sfide a partire dalla ripresa della scuola in presenza e la prosecuzione della campagna vaccinale». Non dimenticando di aggiungere con molto realismo che l’economia in miglioramento «non deve farci dimenticare i problemi che restano in questa crescita molto elevata: l’occupazione, la sicurezza sul lavoro, la riforma degli ammortizzatori, le aziende in crisi e l’agenda del Pnrr, dal fisco alla concorrenza. La lista è lunga». Insomma, riposiamoci, che poi si ricomincia subito.