Confermati i rapporti con i clan malavitosi del litorale ostiense

La Guardia di Finanza di Roma ha eseguito il decreto di confisca dell’ingente patrimonio mobiliare e immobiliare, per un valore stimato di oltre 460 milioni di euro, riconducibile al patron del “Porto turistico di Roma”, situato ad Ostia. Come ricorda una nota della Guardia di Finanza, l’imprenditore romano, operante principalmente sul litorale ostiense nel settore turistico e immobiliare, fu arrestato dalle Fiamme Gialle nel 2015 per associazione per delinquere finalizzata a fatti di bancarotta fraudolenta, riciclaggio, impiego di denaro di provenienza illecita e intestazione fittizia di beni. I successivi approfondimenti condotti dalla Polizia Economico-Finanziaria sul reticolo societario riconducibile al soggetto., anche tramite imprese estere o intestate a familiari o compiacenti prestanome, hanno consentito di svelare la disponibilità di beni in misura assolutamente sproporzionata rispetto ai redditi dichiarati e la provenienza di parte degli stessi quale provento e/o reimpiego dei delitti contestati. Le indagini hanno inoltre confermato i rapporti con esponenti delle organizzazioni malavitose egemoni ad Ostia, come i clan Fasciani e Spada, ad alcuni dei quali il soggetto concedeva, a prezzo irrisorio o addirittura a titolo gratuito, la gestione di attività presso stabilimenti balneari o la gestione del parcheggio interno al citato porto turistico.