Dal 15 giugno 37.407 gli interventi effettuati dai Vigili del fuoco per boschi e vegetazione. Dalla Sicilia alla Sardegna dal Molise alle Marche fino all’Abruzzo con migliaia di ettari di macchia mediterranea, pinete, boschi e ulivi andati a fuoco

L’Italia continua a bruciare. Questo fine settimana e soprattutto in Abruzzo ieri è stata emergenza: la Regione ha chiesto mezzi e risorse a Roma; i treni hanno accumulato ritardi di oltre 400 minuti sulla ferrovia adriatica; caselli autostradali chiusi; automobili bloccate per ore sulle statali e sulle strade interne. Tutta la Regione è stata messa in ginocchio e scene particolarmente drammatiche si sono verificate a Pescara per un incendio che sta devastando la zona sud della città e, in particolar modo, la Pineta Dannunziana, i colli vicini con tre punti di innesco differenti. Ora la situazione è sotto controllo a Pescara, ma il sindaco Carlo Masci è pronto a chiedere lo stato di emergenza per gli «incalcolabili» danni subiti. Dal 15 giugno ad oggi, sono stati 37.407 gli interventi effettuati dai vigili del fuoco per incendi di bosco e vegetazione su tutto il territorio nazionale, pari a 16.000 interventi in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Tra le Regioni più colpite la Sicilia (8.669 interventi), la Puglia (8.628) e la Calabria (3.785). 1.156 gli interventi dei Canadair e degli elicotteri. Nelle ultime 24 ore sono stati 717 gli interventi, con 49 della flotta aerea del Corpo. Solo in Sicilia, 257 quelli delle ultime 24 ore, in particolare nelle province di Catania, Palermo, Agrigento, Caltanissetta e Siracusa. Importante anche l’opera dei volontari: 13 gli operatori dell’Antincendio Boschivo della Protezione civile della Lombardia in queste ore (su richiesta del Dipartimento Nazionale) sono impegnati in Sicilia nelle zone colpite dagli incendi per dare il loro contributo nello spegnimento dei roghi. Ad essi si aggiungono 3 automezzi inviati sul posto (a completamento su strada ci saranno anche un pulmino 9 posti per trasporto personale e un Pick-up). Ma per quanto riguarda le cause? Certamente il caldo anomalo e la mancanza di pioggia hanno favorito nel Centro-Sud il divampare di roghi, ma hanno dato anche “una mano” ai piromani, per il monitoraggio della Coldiretti. A preoccupare più del clima è l’azione dei piromani: il 60% vengono causati volontariamente. Un costo drammatico che l’Italia è costretta ad affrontare per la mancata opera di prevenzione, sorveglianza e soprattutto di educazione ambientale sul valore inestimabile di un patrimonio determinate per la biodiversità.