Segnali incoraggianti dal Pil e dall’occupazione, che vanno messi subito a frutto. Istat: il Prodotto interno lordo italiano è aumentato del 17,3% rispetto ad un anno fa. Crescita dell’occupazione (+0,7%) pari a +166mila unità a giugno 2021

A causa di un dibattito monopolizzato dai temi che ruotano intorno alla pandemia e alle cpiù controverse riforme, non si è valutata attentamente una notizia positiva sul nostro Paese: l’Italia cresce e lo fa più della Germania, che, vale la pena ricordarlo, è la locomotiva d’Europa. Un fatto economico eclatante, anche perché certificato dal Fondo Monetario Internazionale, accaduto martedì attraverso le stime aggiornate sull’economia mondiale, e secondo il quale quest’anno il nostro Paese potrebbe crescere del 4,9%, ben 0,7 punti percentuali in più rispetto al +4,2% previsto in aprile. Di nuovo oggi due notizie importanti: le ha comunicate l’Istat attraverso le stime preliminari che vedono nel secondo trimestre del 2021 il Pil italiano aumentato del 2,7% rispetto al trimestre precedente e del 17,3% in termini tendenziali. È lo stesso Istituto a definire l’incremento su base annua «eccezionalmente marcato». Pur derivando quest’ultimo dal confronto con il punto di minimo toccato nel 2° trimestre 2020 ovvero all’apice della crisi sanitaria, oggi si può affermare che anche i dati positivi previsti martedì dall’Fmi e rilevati oggi dall’Istat siano un prodotto del Covid, oltre che di scelte giuste in politica economica. Su questi risultati, ovviamente, giocano anche le attese rispetto al Next Generation Eu (i famosi 191,5 miliardi di euro) e del conseguente impatto. A prescindere dalle cause, va riconosciuto che si tratta di segnali positivi, perché vuol dire che l’Italia sta andando nella giusta direzione. Segnali positivi che si manifestano anche su un altro fronte tradizionalmente debole per l’Italia, quello dell’occupazione: è sempre l’Istat nelle stime preliminari a registrare che nel mese di giugno 2021 una crescita dell’occupazione (+0,7%) pari a +166mila unità tra gli uomini, le donne, i dipendenti, gli autonomi e tutte le classi d’età. Il tasso di occupazione, quindi, è salito al 57,9% (+0,5 punti). Parallelamente è sceso il tasso di disoccupazione, sempre nel mese di giugno, al 9,7% (-0,5 punti) che è tornato, dopo cinque mesi, sotto la soglia del 10%. Tra i giovani si attesta al 29,4% (-1,3 punti). Certo siamo ancora lontani dal recuperare i 444.000 posti di lavoro persi nel 2020, ma quanto meno nel mese di giugno 2021 «si rafforza la tendenza alla crescita dell’occupazione iniziata a febbraio» dello stesso, sottolinea l’Istat. Tutto ciò non per cantare vittoria, troppo presto, ma per essere più consapevoli di quanto sta accadendo e della necessità di mettere a frutto segnali così incoraggianti. Sarebbe un vero peccato disperderli o annacquarli nelle logiche delle divisioni politiche o, peggio ancora, sociali.