È l’Earth overshoot day, che ogni anno cade sempre prima

Oggi è l’Earth overshoot day. Cosa significa? Che abbiamo esaurito tutte le risorse naturali – frutta, verdura, carne, pesce, acque, combustili, legna…– a disposizione per quest’anno. Siamo entrati in debito con la Terra, detto altrimenti. Ogni anno l’Earth overshoot day arriva sempre prima: nel 2020 era stato il 22 agosto. Nel 1970 la giornata era stata il 29 dicembre. «Viviamo tutti, individui e comunità, come se avessimo a disposizione poco più di una Terra e mezza», sottolinea il Global Footprint Network, il think tank statunitense che organizza questa iniziativa e ogni anno calcola l’impronta ecologica – ovvero i consumi da parte della popolazione – e la biocapacità, termine che indica quanto il territorio può mettere a disposizione. L’incremento dell’impronta ecologica e la deforestazione sono tra le cause principali del sovra-sfruttamento: per quest’anno, è stato calcolato un aumento del 6,6% dell’impronta di carbonio e un calo dello 0,5% della biocapacità delle foreste a livello globale sull’anno precedente. Stando ad una stima, un dimezzamento delle emissioni globali di carbonio potrebbe ritardare l’Earth overshoot day di 93 giorni. Ogni Paese esaurisce le risorse a sua disposizione in giorni diversi: l’Italia lo ha fatto il 13 maggio. Qualche mese dopo, il primo “overshoot day” mondiale, avvenuto in Qatar il 9 febbraio. A marzo è stato il turno degli Emirati Arabi Uniti (il 7), del Canada e degli Stati Uniti (il 14), in aprile della Corea del Sud (5), di Singapore (10), di Israele (16) e Russia (17) e maggio della Germania (5), del Giappone (6), della Francia (7). A giugno della Cina (il 7). Mentre l’ultimo overshoot day dell’anno riguarderà l’Indonesia il 18 dicembre.