I dati Istat, su base trimestrale registrato un +6,3%. Su base annua un +23,3%

Dopo la frenata di maggio, a giugno il commercio italiano con i Paesi al di fuori dell’Unione europea ha registrato variazioni positive per entrambi i flussi, con le importazioni aumentate dell’1,2% e le esportazioni dello 0,1%. È quanto emerge dalle ultime rilevazioni dell’Istituto nazionale di statistica. Stando all’analisi, la variazione positiva delle vendite verso l’area extra-Ue è legata principalmente alle vendite di beni intermedi, aumentate del 6,1% e a quelle di beni di consumo durevoli, che riportano invece un +1,2%. Male le vendite di beni di consumo non durevoli e quelle di beni strumentali, che riportano rispettivamente contrazioni dello 0,2% e del 4,5%. Risultati incoraggianti dal confronto trimestrale: nel periodo aprile-giugno le esportazioni extra-Ue sono aumentate del 6,3% rispetto ai tre mese precedenti, riflettendo le variazioni positive di tutti i raggruppamenti principali di industrie. Per i beni di consumo, infatti, l’Istat segnala un +2,8 (+4,9% per i durevoli e +2,4% per i non durevoli), per i beni strumentali un +7,9%, per i beni intermedi un +6,8% e per l’energia un +27,4%. Nel confronto annuo, spiega l’Istat, «in ragione del livello ancora molto basso di giugno 2020, l’export continua a segnare una crescita molto sostenuta che riguarda tutti i raggruppamenti e tutti i principali partner commerciali extra Ue, a eccezione del Giappone». L’indice generale, infatti, ha riportato una crescita del 23,3%, con i beni di consumo in aumento del 19,2% (+41,4% per i durevoli e +14,8% per i non durevoli), quelli strumentali del 17,4% e gli intermedi del 27,1%.