Proteste contro il governo, rimosso il premier

Il presidente tunisino Kais Saied ha annunciato nella tarda serata di ieri la sospensione del Parlamento e il licenziamento del primo ministro Hichem Mechichi dopo una giornata di proteste contro il sistema politico. Subito dopo l’annuncio di Saied, giunto a seguito di una riunione di emergenza con i vertici della sicurezza e dell’esercito, molti cittadini si sono riversati nelle strade suonando i clacson delle automobili, festeggiando. La decisione è arrivata sotto le pressioni popolari per la gestione della pandemia, giudicata insufficiente. Proprio in occasione del 64mo anniversario della proclamazione della Repubblica tunisina, migliaia di cittadini avevano marciato in diverse città per protestare contro i fallimenti del governo. «La Costituzione non consente lo scioglimento del parlamento, ma permette la sospensione dei suoi lavori in caso di pericolo imminente», ha spiegato Saied, osservando che «troppe persone sono rimaste deluse dall’ipocrisia e dalle truffe ai danni dei loro diritti». Saied assumerà il potere esecutivo «con l’aiuto» di un governo guidato da un nuovo primo ministro nominato dallo stesso presidente, mossa che il partito islamico Ennahda ha definito nel complesso un colpo di Stato in atto (accusa respinta da Saied). Dalla rivoluzione del 2011, quando venne rovesciato il dittatore Zine El Abidine Ben Ali, la Tunisia ha mantenuto un’instabilità politica non in grado di soddisfare le esigenze dei cittadini, rilanciare servizi pubblici e realizzare le opportune riforme.