di Francesco Paolo Capone, Segretario Generale Ugl

La situazione complessa nella quale si trova il Paese richiederebbe il massimo della responsabilità, da parte di tutti. Dei cittadini, certamente, ma anche e soprattutto da parte dei rappresentanti delle Istituzioni. Il governo, che sta prendendo decisioni di portata significativa – l’ultima il green pass, capace di suscitare divisioni e polemiche, che punta sul senso civico degli italiani, in assenza di un obbligo vaccinale effettivo – dovrebbe godere di grande consenso e fiducia. Qualsiasi esecutivo dovrebbe possedere requisiti essenziali di autorevolezza, competenza, correttezza, per generare una percezione di affidabilità nei cittadini, di qualunque estrazione politica. Un minimo comune denominatore che dovrebbe essere appannaggio di tutti i governi e specie di quello in carica adesso, in tempo di pandemia, stato d’emergenza e misure eccezionali a tutela della salute e dell’economia. Il primo governo che si è trovato ad affrontare l’emergenza Covid, il Conte due, non è stato in grado di soddisfare i suddetti requisiti e con la nascita dell’esecutivo Draghi, di unità nazionale e formatosi con l’imprinting di Mattarella, l’intenzione era quella di voltare pagina, dando agli italiani un premier autorevole, sostenuto da una maggioranza ampia, composto da personalità, seppure di diverso orientamento e quindi capaci di attirare simpatie o antipatie, comunque stimate. Qualcuno lo aveva appellato come “il governo dei migliori” e in molti frangenti questa definizione, seppure con tutte le eccezioni del caso, non era stata sconfessata dalla realtà dell’azione politica dell’esecutivo. Draghi ed i suoi avevano due compiti prioritari: ottenere l’approvazione del Recovery Plan e dare una forte accelerazione alla campagna vaccinale. Due compiti che sono stati portati a termine, il secondo, ad esempio, sostituendo, nella veste di commissario straordinario per l’emergenza, il presidente di Invitalia, Domenico Arcuri, quello delle mascherine introvabili, dei dispositivi di protezione pagati a peso d’oro e dei banchi a rotelle, con il generale Figliuolo, che in pochi mesi ha messo a regime la nostra macchina vaccinale, col risultato di un 60% circa di immunizzati fra la popolazione vaccinabile entro la fine del mese. Certo, anche questo governo ha compiuto in alcuni casi scelte non condivisibili o perfettibili, molte sono state anche le critiche e le proteste, come quelle di piazza nei giorni scorsi contro il pass verde. Nessuno però finora ne aveva contestato l’autorevolezza. Veniamo al punto: perché richiamare figure dubbie, capaci di collezionare fallimenti, come Elsa Fornero, artefice della vicenda esodati, o lo stesso Arcuri, come consulenti del governo? Pare che la responsabilità sia da attribuire al sottosegretario Tabacci, neanche esponente di una forza politica di peso. Due scivoloni particolarmente discutibili.