Diminuiscono le denunce in generale, ma crescono gli eventi luttuosi, anche se parte dell’incremento è da legarsi al Covid-19. Da non sottovalutare la possibilità che molti incidenti non siano stati poi denunciati

Un anno che potrebbe anche fare storia a sé, ma che, di certo, insegna quanto sia comunque fragile il nostro mondo produttivo. Il Rapporto annuale 2020 dell’Inail sugli infortuni sul lavoro riflette chiaramente la straordinarietà degli eventi che hanno caratterizzato lo scorso anno con dei periodi, più o meno lunghi a seconda della regione, di chiusura delle attività produttive. Il 2020 si è chiuso con un calo degli infortuni: le denunce sono state 571mila con una riduzione rispetto al 2019 dell’11.4%. Circa un quarto delle denunce, peraltro, è riconducibile direttamente ai contagi da Covid-19. C’è però un dato sul quale occorre riflettere con attenzione. Nello stesso periodo, gli infortuni mortali sono aumentati del 27,6%, passando da 1.205 (anno 2019) a 1.538 (anno 2020). Un terzo dei decessi è da connettersi al Covid-19. La forte discrepanza fra i due numeri, con un calo molto significativo degli infortuni in generale ed un incremento con pochi precedenti per quanto riguarda i decessi, potrebbe nascondere, come già accaduto in passato, la mancata denuncia degli infortuni di poco conto, cosa che peraltro si collegherebbe strettamente ad un secondo fenomeno, spesso denunciato nel corso del 2020, quelli del lavoro in nero di dipendenti formalmente in cassa integrazione a zero ore. Aspetti sui quali riflettere con attenzione, considerando che, nel frattempo, l’utilizzo massimo dagli ammortizzatori sociali con causale Covid-19 si è andato riducendo con il nuovo anno.