Le restrizioni causa Covid-19 hanno reso complicate le pratiche per le malattie professionali

Un dato che potrebbe essere ancora più fuorviante rispetto a quello relativo agli infortuni sul lavoro. Si tende spesso a dimenticare – o a sottovalutare – l’altra faccia della medaglia, quella della salute nei luoghi di lavoro. Questo perché, se gli incidenti hanno, purtroppo, un impatto emotivo immediato, le malattie professionali sono più subdole, presentandosi sovente quando il lavoratore – o la lavoratrice – ha lasciato l’occupazione, andando magari in pensione. Nel 2020, si è registrato un calo delle denunce di malattia professionale che l’Inail stesso definisce notevole. La diminuzione fra il 2019 e il 2020 è del 26,6%, con circa 45mila denunce presentate. L’Inail chiarisce che le denunce riguardano le malattie e non gli ammalati, i quali sono circa 31.400; nel 38% dei casi, l’Istituto ha riconosciuto la causa professionale. I nuovi ingressi con malattia asbesto-correlato (circa 900) compensano i decessi (912 nel 2020, con un calo vicino al 20% rispetto al 2019). Resta da capire un punto in questo caso. Il calo delle denunce di malattia professionale, infatti, potrebbe essere dovuto, più che ad un miglioramento delle condizioni di lavoro, alla oggettiva difficoltà per molti cittadini di reperire la documentazione necessaria, fare le visite richieste e presentare la domanda all’Istituto. Nel corso del 2020, il massiccio ricorso allo smart working e le limitazioni alle attività di front office della pubblica amministrazione e dei patronati hanno inevitabilmente rallentato la presentazione delle domande, senza dimenticare per almeno sei mesi su dodici gli ospedali e gli ambulatori sono stati monopolizzati dal Covid-19, mentre nei restanti sei le autorità hanno comunque finito per privilegiare interventi e visite salvavita. Tutti aspetti che si sono protratti anche nei primi mesi del 2021, tanto che, a più riprese, sono esplose forti polemiche sulla carenza di cura per malati oncologici o cardiovascolari, costretti a saltare le visite di controllo di routine.