500 uscite nei prossimi mesi e formazione per chi resta; il nodo quota 100

Un accordo che prova a tracciare un percorso per ridare fiato e senso ad un settore fortemente colpito dal Covid-19, ma che rimane, a tutti gli effetti, centrale per il futuro del Paese. Le organizzazioni sindacali di categoria hanno sottoscritto con i vertici aziendali di Leonardo una intesa che porterà all’uscita anticipata di 500 dipendenti della divisione aerostrutture. Gli stabilimenti interessati sono concentrati nel Sud, fra Puglia (Grottaglie e Foggia) e Campania (Pomigliano e Nola. Lo strumento che sarà impiegato è quello dell’isopensione. Introdotto dall’articolo 4 della legge 92/2012 e poi più volte rivisto, l’isopensione prevede uno scivolo fino a sette anni, durante il quale il dipendente percepirà l’equivalente dell’assegno pensionistico, con l’azienda tenuta al versamento dei contributi. Per chi resta a lavoro, sono invece previsti percorsi di riqualificazione professionale, finanziati anche con le risorse del Fondo nuove competenze. Il caso Leonardo si inserisce in un contesto molto preoccupante con i leader di Cgil, Cisl, Uil e Ugl che, in pratica ogni giorno, continuano ad insistere sul governo per potenziare gli strumenti di gestione delle crisi industriali, nelle quali uno ruolo centrale lo ha giocato in questi anni pure quota 100, la cui sperimentazione è destinata a terminare il 31 dicembre. Senza riforma previdenziale, i costi ricadono su aziende e dipendenti.