Ancora non chiaro il futuro per i no vax, ma potrebbero finire sul mercato

Le federazioni calcistiche europee si preparano ad affrontare una delle stagioni più incerte di sempre, a causa dell’emergenza sanitaria. L’attuale situazione epidemiologica suscita qualche apprensione – complice la variante Delta, i contagi stanno nuovamente crescendo in tutto il Vecchio Continente –, ma una via d’uscita ci sarebbe: il vaccino. Infatti la stragrande maggioranza dei nuovi casi è riconducibile a persone non vaccinate. A confermarlo, in Serie A, è il caso dello Spezia (con undici positivi) che sta facendo riflettere tanto perché il calcio italiano non può permettersi partite rinviate o nuovi stop. La Figc, la Federazione italiana giuoco calcio, ha lasciato libera scelta ai club e non ha imposto un obbligo ma solo un protocollo per evitare contagi. In Premier League invece tutt’altro discorso. La Football Association ha preso una posizione netta: tutti i tesserati dovranno aver ricevuto la doppia dose di vaccino, se vorranno far parte del campionato 2021/22. In Inghilterra, il campionato inizierà il 13 agosto. Il limite massimo per ricevere entrambe le dosi è stato fissato al primo ottobre. Nell’eventualità in cui alcuni calciatori chiedano l’esenzione dalla vaccinazione, non è esclusa nessuna ipotesi, fino alla cessione del giocatore “no vax”. Come successo in Canada, dove Eric Hurtado, un calciatore del Montreal CF, è stato ceduto a soli sette mesi dal suo arrivo, perché contrario alla vaccinazione.