Tensione nella maggioranza. Il M5s ne chiede invece la modifica, trovando la sponda del Pd

«Le forze politiche spingono in direzioni diametralmente opposte, ma questa riforma deve essere fatta perché lo status quo non può rimanere tale». Così la ministra della Giustizia, Marta Cartabia,  difende la riforma approvata dal Consiglio dei ministri – il testo modifica quella precedente del guardasigilli, Alfonso Bonafede – e adesso attesa in Parlamento, dove troverà l’opposizione del Movimento 5 stelle che contesta alcuni punti, a partire dalla prescrizione. «So molto bene che i termini che sono stati indicati» per la prescrizione «sono esigenti per queste realtà», ha aggiunto Cartabia, osservando che «partiamo da un ritardo enorme, ma non sono termini inventati, sono quelli che il nostro ordinamento e l’Europa definisce come termini della ragionevole durata del processo, che è un principio costituzionale». «La riforma del processo penale messa a punto dalla ministra Marta Cartabia deve essere modificata», hanno ribadito in una nota i deputati del M5s in Commissione Giustizia, sposando i timori espressi in audizione dal procuratore di Catanzaro, Nicola Gratteri, secondo cui «il 50% dei processi» sarà improcedibile, a causa dei nuovi termini per la prescrizione, inclusi «i sette maxi processi» contro l’ndrangheta nel distretto di Catanzaro. In Parlamento, il M5s troverà l’appoggio del Pd, che non esclude qualche modifica: «Il testo che uscito dal Cdm ha necessità di aggiustamenti. Uno di questi riguarda la prescrizione come è stata immaginata, che ha una certa rigidità e potrà essere applicata in questa forma quando effettivamente avremo organici e un’organizzazione diversa della giustizia», ha annunciato la capogruppo del Pd alla Camera, Debora Serracchiani, a Rai Radio Uno.